Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi
solo i sogni che non sanno svegliare?
Sì, vostro onore, ma li voglio più grandi.
C'è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre.
Non dovrai che restare sul ponte
e guardar le altre navi passare.
Le più piccole dirigile al fiume,
le più grandi sanno già dove andare.
Canzone del padre, F. De André
Prima di tutto una precisazione, per puro dovere di cronaca:
Se son d'umore nero allora scrivo,
quando ho voglia, senza applausi o fischi,
vendere o no non passa tra i miei rischi
non coprate i miei dischi e sputatemi addosso.
Inoltre:
Se da una parte sono pienamente d'accordo che la parolaccia scritta è molto più forte di quella pronunciata, dall'altra bisogna anche ammettere che quando si tratta di citazione guadagna una sorta di sacralità che ne limita notevolmente la volgarità. A questo, aggiungerei che "L'avvelenata" è una canzone stupenda, che meritava sicuramente dientrare in questo gioco, e in cui la parolaccia assume un valore in seno al proprio significato direi imprescindibile.
Mi servirebbe uno smilino con tipo un professorone che con aria saccente sproloquia...in mancanza, metto
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Sua maestà imperiale la principessa Cè Nedra, regina suprema dell'occidente e gioiello più prezioso della casata dei Borune, quella mattina era davvero di pessimo umore.