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05/06/2006 13:56
 
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Il Raduno 1° Tempo
1° RADUNO NAZIONALE DE LA RUOTA DEL TEMPO

ORVIETO 2 – 4 GIUGNO 2006



1. L’inizio

Il 2 giugno ’06 alle ore 11 am, ho lasciato la mia casa, per iniziare il viaggio che mi avrebbe portato a partecipare al primo raduno nazionale de La Ruota del Tempo. In una mattina un po’ nuvolosa ho preso la metro B e, arrivato a Termini, ho cambiato linea per arrivare al luogo di appuntamento della sezione romana a Cornelia. Al capolinea degli autobus ho trovato come da programma Shai-Tan e Polgara ad attendermi sulla Shaitancar. I due esseri infimi, avevano già fatto colazione, ma mi hanno promesso, che ci saremmo fermati al primo autogrill onde fare colazione e comperare le sigarette. Dopo un pit-stop veloce siamo partiti, dirigendoci, nelle strade deserte di una Roma festiva, verso l Roma – Firenze. Durante il viaggio si è parlato del più e del meno e, nella distrazione generale i due si dimenticavano ogni volta di fermarsi ad un autogrill. Alla fine sotto minaccia hanno acconsentito a fermarsi ad un Agip prima di Magliano Sabina. Comperate le sigarette, ed evitata la colazione causa ressa, ci siamo rimessi in viaggio al ritmo delle canzoni di Latte e i suoi derivati.
Superata una leggera fila ( rallentamenti da 5 KM prima, fila serrata negli ultimi due ) alla barriera di Orte, il nostro viaggio è proseguito rapido ed piacevole fino ad Orvieto dove siamo arrivati alle due meno venti.
Qui abbiamo unanimemente deciso di pranzare in un ristorantino a Orvieto Scalo. Il menù di Pappardelle al ragù di cinghiale e tagliata alla brace, ci ha riappacificato con il mondo.
Verso le quattro dopo un altro pezzetto di strada siamo finalmente arrivati all’agriturismo Borgo Chianolle.
Dopo averci portato a vedere le camere, la proprietaria ci ha comunicato: “I ragazzi con la bambina sono già arrivati. Sono qui!”(indicando una camera). Dopo esserci sistemati abbiamo deciso di conoscere Saidar il di lei consorte e la loro dolce bambina. Peccato che abbiamo sbagliato stanza e abbiamo bussato a due perfetti sconosciuti, ingannati dal pianto di loro figlia. Subita la prima figura di m…a del raduno abbiamo deciso di uscire all’aria aperta.
Nel giardino abbiamo conosciuto la Saidar Family. Con loro ci siamo avventurati in una perlustrazione dell’agriturismo fermandoci a guardare i conigli e i piccioni allevati dai proprietari e osservando i tentativi della coppia di inseguire Anna che correva per il giardino. La gara era impari bisogna riconoscerlo, perché, lei ha le Superpile ricaricabili al “Tungsteno alleggerito”, loro sono solo esseri umani ….
Alle cinque sono giunti i nordici partecipanti con la Rockocar. Presentazioni di rito. L’unica fra noi a conoscere quasi tutti (Saidar esclusa) prima di partire era IsaPol. Io praticamente fisicamente non conoscevo nessuno, ma che si può dire: nessuno di loro usa il web come maschera, quello che sembrano su internet sono nella vita normale, anzi sono anche meglio. Da questo momento si può dire che il raduno è cominciato.


2. La prima sera.

Dopo che anche gli altri si sono sistemati nelle loro camereci siamo riuniti nel salottino dell’agriturismo per fare due chiacchiere prima di cena.
Con Stauro/Fabio si è deciso che le cinque e trenta in Italia siano il Rum Time e, aperta la bottiglia di Pampero portata da loro abbiamo iniziato a farla girare tra il tavolo e il divano. Da questo momento sono iniziate le lezioni di Romano che noi tre abbiamo impartito a Rocko/Giulio.
Fin da subito si è deciso di secretare molte delle conversazioni, quindi, chi non ha partecipato si penta dei suoi peccati. Comunque, dopo due ore scarse di risate, conversazioni semi-serie e cazzate varie abbiamo avvertito tutti un lieve languorino. Anna che come tutti i bambini è più sensata degli adulti ha deciso che il suo era molto più forte e, quindi, ci siamo preparati. Shai/Andrea si è lanciato in una conversazione/richiesta di aiuto con i proprietari dell’albergo che ci hanno consigliato un ristorantino in un paese limitrofo. Ci siamo messi in macchina e dopo aver fatto un pezzo contromano e aver rischiato una multa epica (meno male che le guardie lì non sembrano esserci) siamo arrivati al ristorante. Un posticino molto bello da cui proveniva un odore di carne alla brace che avrebbe resuscitato un morto. Segue Menù:

• Umbricelli (pasta fatta in casa simile agli spaghetti) all’arrabbiata
• Ravioloni ripieni di ricotta in non so quale salsa
• Gnocchi ripieni di formaggio in salsa al tartufo (di cui si è preso il bis)
• Chianina alla brace
• Salsicce alla Brace
• Bieda ripassata in padella
• 5 caraffe di vino rosso della casa
• Svariate bottiglie di acqua
• Caffè
• Grappa

In questa serata ho deciso che Fabio è il mio maestro di vita. In una discussione sui possibili interventi alieni nella cultura egiziana ci ha fatto sbracare dalle risate. Ecco alcuni esempi:


“Si ipotizza che gli alieni costruirono le piramidi perché le tre piramidi più famose della piana di Giza corrispondono alla posizione delle tre stelle della cintura di Orione. E’ vero, ma le altre cinquantaquattro piramidi di quella piana che non corrispondono ad un cazzo che le hanno costruite a fare??”

“Si dice che le piramidi siano opere aliene perché la loro altezza è uguale a un milionesimo della distanza Terra Sole. A parte che le piramidi erano intonacate e che quindi erano due metri più alte delle attuali (il che manda a farsi benedire da solo la teoria), anche la mia tazza dista dal mio bidet un miliardesimo di quella distanza. Ma il mio idraulico non è un alieno.”

Naturalmente, anche durante la cena, Giulio continuava i suoi esercizi di Romano. Dopo aver capito più o meno bene la regola base delle consonanti dure, ossia che si aggiungono dove non servono e si dimezzano nel caso siano già due, ha cominciato a dare prova del suo accento. Abbiamo scoperto che se non ci pensa riesce a parlare un romano decente. Quando riflette troppo su come dire le cose sembra Alberto Sordi dopo una sbornia. Ma non c’è fretta migliorerà col tempo.
Finita la cena e pagato il conto ci siamo rimessi in viaggio per tornare alla base. Rocko è partito per primo portando con se Tony, Fabio e Patty. Noi, Saidar e Federico siamo andati in coda. Arrivati all’agriturismo ci siamo resi conto che i nordici non erano arrivati. Saidar e Federico sono andati in stanza perché Anna era veramente cotta e non si reggeva più in piedi. Isa, Andrea e io ci siamo trattenuti in attesa dei dispersi o di un loro segnale. A proposito di segnale, non ho detto, che in quel bellissimo posto il cellulare prendeva bene solo in un punto del giardino. In tutto il resto della proprietà il segnale (solo TIM, gli altri operatori erano morti e basta) prendeva mezza tacca a singhiozzo. Comunque dopo una mezz’ora ci comunicano che hanno forato. Ora, la strada per andare dal ristorante al Borgo è una sola, quindi oltre ad aver forato si erano anche persi. Dopo poco sono riusciti a rientrare e ci siamo messi nel salottino per bere, fumare e chiacchierare un po’. A questo punto si è deciso di giocare una partita a poker con le fiches che valevano 50 cent l’una e si disponeva di 20 di esse. Il primo confronto tra le forse del bene e quelle del male ha visto vincere quest’ultime. Dato che, il DragoRinato è rimasto in mutande e DarkShield ha vinto alla grande. Dopo un paio di ore siamo andati a letto.

3. Sabato 3 giugno.

La sveglia per sabato era fissata alle ore nove. Obbligata dal fatto che dalle dieci smettevano di servire le colazioni. Alle otto e trenta i due figli degli altri ospiti hanno cominciato a fare un bordello della miseria e io e Andrea ci siamo alzati per prepararci.
Lindi e pinti siamo scesi per fare colazione e abbiamo trovato Fabio,Tony e Giulio che giocavano a scopa. Dopo aver provato in vano a chimare Saidar e dopo esserci sincerati delle condizioni delle altre ragazze ci siamo diretti verso la sala da pranzo per fare colazione. Finita la colazione ci si è radunati alle macchine per la partenza per Orvieto, scopo: Visita Culturale. Prima di partire Giulio e Isa ci hanno deliziato con un balletto sulle note de Il ballo dell’estate di Latte e i suoi derivati.
Siamo partiti dopo l’esibizione e una volta arrivati a Ficulle ci siamo dovuti fermare per far si che Giulio, che intanto aveva rischiato un frontale con un’altra macchina, potesse far riparare la ruota forata la sera prima. Eseguita l’operazione ci siamo rimessi in marcia e una mezz’oretta dopo abbiamo parcheggiato ad Orvieto dopo un altro Giulio Show (anche questo secretato).


E’ iniziata la visita delle bellezze di Orvieto. Siamo così giunti al Duomo di Orvieto che come ha notato il buon Fabio è: “Molto più bello fuori che dentro”. Abbiamo visitato l’interno dell’edificio e visto che ormai erano quasi le due si è pensato di andare a mangiare prima di lanciarci nelle visite guidate della città sotterranea di Orvieto.
Come luogo dove togliere la fame si è scelto un wine bar dove ci sono tolti, in un sol colpo, la fame e la sete. Dopo esserci rinfrancati con Prosciutto, cinghiale, porchetta, salami vari e strane salette ci siamo seduti sulle scale del Duomo ad aspettare che la biglietteria della città sotterranea aprisse i battenti dopo la pausa pranzo.
Qui ci siamo riposati facendo degli strani quiz che Tony ha trovato su una rivista. Dopo di che ci il Drago e io ci siamo dati allo spoiler estremo: praticamente siamo arrivati a spoilerare anche sui libri che Jordan deve ancora scrivere.
Fatti biglietti per il giro turistico abbiamo dovuto ammazzare il tempo fino alle quattro con dei giri per i violetti della cittadina.
Alle quattro c’è stata la partenza per andare a visitare le uniche due grotte pubbliche, e quindi visitabili, delle migliaia che si trovano sotto Orvieto. Nella prima c’era un tempio etrusco che in epoca medioevale era stato riconvertito in mulino. Nella seconda era stata costruita una piccionaia che sempre durante il medio evo dava da mangiare ai cittadini durante gli assedi della città.
Nota a margine la guida per quanto simpatica e preparata era un po’ troppo innamorata della sua voce e orgogliosa del suo sapere che sfoggiava con frasi in latino/inglese/spagnolo ogni tanto che poco c’entravano con la visita e con l’essere chiari.
Sempre suddetta guida ha nominato me suo assistente per evitare che alcuni membri del gruppo si perdessero. Io di mio mi sono fatto accompagnare da Fabio e così ci siamo ritrovati in fondo alla fila. Nel complesso la visita è stata divertente anche se in alcuni punti un tantino scomoda.
Usciti in superficie siamo stati trascinati da Zia IsaPol nella visita guidata del Pozzo di S. Patrizio che per essere visitato richiede di scendere per 247 (mi sembra) gradini e altrettanti se ne devono fare per tornare alla luce del sole.
Ecco una piccola storia riguardante Anna.
Appena entrati la bambina si è voluta sporgere da una delle finestre per guardare giù. Mentre era affacciata ha lasciato cadere una delle due girandole che aveva con se. Quindi si è fatta tutta la discesa piangendo per la perdita subita. Arrivati in fondo al pozzo abbiamo avuto la gradita (soprattutto per le orecchie) sorpresa di ritrovare la girandola sulla passerella del pozzo e non in acqua come invece pensavamo. Quotando allegramente Federico: E che culo!!
Risaliti faticosamente in superficie ci siamo diretti alle macchine e quindi verso l’agriturismo dove dovevamo cenare.


----------------------------------------------Fine Prima Parte------------------------------------------------------

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