Io lo ho finito pochi giorni fa: mi è piaciuto abbastanza, ma devo dire che c'è anche troppa somiglianza con l'opera di Tolkien.
Questo si vede prima di tutto con i personaggi. Abbiamo
Rand al'Thor, con la sua salda determinazione a fare del bene, che può essere assimilato a un
Frodo Baggins; il simpatico e goliardico
Matrim Cauthon, invece, richiama alla memoria i due giovani
Meriadoc Brandibuck e
Peregrino Tuc, mentre il suo successivo rapporto "morboso" col pugnale ricorda molto l'atteggiamento del suddetto
Frodo Baggins nei confronti dell'Unico Anello; al contrario
Perryn Aybara, col suo carattere stabile e pieno di buon senso, è più simile a un
Samvise Gamgee;
Moiraine Sedai ha un modo di fare simile a quello di
Gandalf il Grigio, ovvero rivelare solo la parte di verità che le fa più comodo per guidare le azioni altrui; mentre
Lan il
Guardiano, guerriero taciturno ed esperto di boschi, ha molto in comune con
Grampasso il
Ramingo (guarda caso entrambi sono dei "Re senza corona"); infine i
Myrddraal, spettri ciechi incapaci di attraversare l'acqua corrente che fungono da ufficiali per il cattivone di turno, non possono non fare pensare ai
Nazgul.
Questa analogia la ritrovo anche nelle ambientazioni. I
Fiumi Gemelli, abitati da gente sobria e ostinata, sono simili alla
Contea degli Hobbit; la cittadina di
Baerlon, dove ha luogo la prima tappa del viaggio, ha nella narrazione un ruolo analogo a quello di
Brea (compreso l'oste gioviale e l'attacco notturno degli spettri che attraversano le pareti); e anche
Shadar Logoth ha un tesoro maledetto come i
Tumulilande.
Insomma, io mi auguro che l'autore nei prossimi volumi prenda le distanze da chi lo ha preceduto, perché scrive bene e ha molte idee accattivanti. Mi spiacerebbe vederlo "scivolare" in basso come già è successo a Brooks.
[Modificato da Tam al'Thor 02/02/2007 19.28]