Il secondo volume della Carey,
La Prescelta e l'Erede si conferma di buon livello.
Il primo, che avrebbe potuto essere autoconclusivo, si conclude con un enigma irrisolto che da modo all'autrice di riprendere la narrazione in un secondo volume.
Tra i pregi più importanti di questo secondo volume ci metto il fatto che la Carey sia riuscita a rimescolare gli elementi già utilizzati nel primo volume, regalandoci una nuova avventura che non ha niente da invidiare al precedente romanzo. Il tema del viaggio, il binomio tra dolore fisico (consapevole) e la sofferenza causata dalla perdita di persone care, il continuo confronto con Melisande, qui si arricchiscono di nuovi elementi.
Phedre è un'eroina che si fa apprezzare, fragile e forte allo stesso tempo, non è noiosa, è ironica e coraggiosa. Non ho ancora deciso se mi piace l'ambientazione scelta dall'autrice che fa da sfondo alla storia. La Carey tratteggia una terra che geograficamente corrisponde all'Europa e dove le rispettive nazioni hanno nomi diversi da quelli attuali ma caratteri che ricalcano epoche passate.
Anche questo volume avrebbe potuto essere autoconclusivo, ma l'autrice lascia aperto un nuovo enigma che ci porterà sicuramente al terzo volume finale (credo). Vediamo se riuscirà a mantenersi su buoni livelli.
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Uomini, perdonatelo, perchè non sa quello che ha fatto.
mio mio!