oh, finalmente salta fuori un elemento che mi piace molto nella scrittura di Jordan, la magia. é originale, e funziona molto bene. Fenomenale anche la differenziazione fra saidar e saidin, fra la magia delle aes sedai e quella dei reietti/uomini.
ma.....
penso che anche Brooks sia stato ottimo in questo campo, e vis piego il perchè:
premessa---consideriamo le prime opere, altrimenti nn vale!!
- Brooks non definisce mai esattamente la magia, nn ne da mai una completa descrizione, un manualetto di istruzioni, come ad esempio fa Jordan. La magia nelle quattro terre è qualcosa di veramente flebile ed impalpabile, si riesce a soggiogare per vari usi, ma l'autore non da mai una completa descrizione.
Sempre in B. la magia è importante, ma a parte un paio di artefatti, i veri incantesimi non sono fondamentali (beh...forse il canto magico), Allanon non disintegra l'esercito di demoni con il fuoco azzurro, La spada di SHannare non stermina i troll, le pietre magiche non aprono voragini.
é proprio questo senso di mortalità, di magia come mezzo, e non il portatore come mezzo della magia (Jordan) a fare grandi le opere di Brooks.
E poi, dai, Brooks dà pochissimi cenni a tutte le arti antiche, magiche e non, ai posti oscuri e misteriosi etc. proprio questo da più gusto a leggere, proprio i misteri non svelati completamente, o per niente, costituiscono uno dei pilastri che secondo me innalzano Brooks alla grandezza.
Jordan di Shadar Logoth (poteva fare meglio, stando zitto e dando poche informazioni) fornisce un opuscolo illustrato con tutta la storia, ma tutta tutta, di quel postaccio.
E se avete letto Brooks, un paio di nomi:
divieto, dagda mor, MIeTITORE, CAMALEONTE, brona, Cripta dei re, Paranor, wolfsktaag. Devo continuare???
ditemi un posto di Jordan che possa superare un posto, diciamo simile anche se è paradossale, usato da Brooks in un suo libro.
p.s
scusate se i termini non sono appropriati, ma sono già abbastanza lungo, e voglio farmi capire.
[Modificato da Seaworth 17/07/2004 15.48]