00 29/10/2004 01:02
Terminato l'assassino di corte mi trovo ad esprimere un giudizio negativo. Innanzitutto il romanzo è troppo lungo per quello che succede e il ritmo è eccessivamente lento. La parte finale, che sarebbe quella in cui i nodi vengono al pettine, passa troppo rapidamente, quasi in sordina. Altro aspetto che mi ha infastidito è che si tratta di un romanzo di intrighi in cui gli intrighi sono assolutamente poco credibili;i personaggi prendono scelte politiche che neanche un bambino di due anni. Le rivelazioni a sorpresa sono a livello telenovella sia per i contenuti che per le modalità in cui avvengono; sembra che l’autrice abbia deciso al momento, quasi improvvisando. In alcuni momenti mi pareva di rivedere le parodie di 'chiquito e paquito' degli show di Dandini e Guzzanti. Alcuni personaggi sono completamente incredibili ed irreali in certi loro atteggiamenti(non cito per evitare spoiler). Di contro le rare parti ricche di azione mi sono piaciute molto. Peccato si contino sulle dita di una mano.
La trama principale (la guerra con le navi rosse) si evolve ad una lentezza abnorme e assume importanza secondaria rispetto alle beghe relative alla successione. Le vicende belliche che le riguardano sono poco convincenti. La caratterizzazione dei pirati è inesistente. Capisco che tale scelta renda il nemico più misterioso, ma qui si esagera, tanto più che nella eccessiva lunghezza del libro le scorrerie sempre simili dopo un po' vengono a noia. Spiegare poi le difficoltà a combattere i pirati con la scarsa vena guerriera degli abitanti dei sei ducati mi pare una scelta di comodo molto poco ispirata.
La dicotomia tra problemi relativi ai pirati ed alla successione è troppo netta, non sono riuscito ad apprezzare una vera organicità. Esempio: la problematica degli Estranei di Martin è inserita magistralmente nelle varie vicende ed il lettore percepisce che si tratta di un tema fondamentale; alla hobb questa cosa non riesce proprio.
Una delle poche cose veramente molto ben riuscite è il rapporto di fitz con il lupo. Inutile dire che la cosa poteva essere sfruttata più e meglio.
La storia d'amore tra fitz e molly è caratterizzata da una progressiva lagnosità mano a mano che si procede con la lettura; ho trovato poco credibile un legame così forte tra due persone così giovani. Sarebbe come se rand fosse ancora fissato con egwene nel decimo libro. In più i due innamorati, abbastanza maturi quando si ritrovano a dover gestire i vari casini in cui si trovano, diventano due derecebrati quando si tratta di gestire la loro relazione; Molly si meriterebbe qualche legnata. In questo si vede che la hobbs è una donna. Entrando nei gusti personali, aggiungo che i nomi che l'autrice si è inventata non mi piacciono per niente; non so se sia colpa del traduttore ma un tizio che si chiama Splendid non mi convince molto....(anche in relazione alle tradizioni relative ai nomi nei sei ducati).
Concludo dicendo che sono molto scettico riguardo al terzo volume. Da cose lette qua e la pare che troveranno conlusione (e sviluppo….) i temi fondamentali.
Ma allora a che serve il secondo volume?