la settimana scorsa mi sono dedicato alla triologia dei lungavista.
avrei tanto da dire riguardo a quest'opera, ma al momento non so da dove cominciare...
e soprattutto come parlare senza spoiler evidenti...
la prima cosa che mi viene... è sorprendente come la Hobb abbia trasformato un personaggio con un potenziale clamoroso, in un raccattabastonate di prima classe.
alla fine del primo libro è chiaro come le doti non proprio comuni di Fitz possano fare di lui l'assassino per eccellenza, e nonostante qualche spiacevole evento rimane la speranza che il Bastardo possa comunque diventare il fenomeno che ci si aspetta.
il volume è incentrato soprattutto sulla formazione di Fitz, e nel frattempo vengono seminate le basi della trama e viene lasciato qua e la qualche indizio.
con il secondo libro aumentano notevolmente i casini e le difficoltà, mentre di soluzioni e miglioramenti se ne vedono ben pochi, arrivando a chiedersi se sto povero sfigato di un assassino riuscirà in qualche modo a portarsi a casa la pelle... altro che fenomeno!
il terzo volume porta all'estremo tutti i problemi per poi cominciare a dare soluzioni (diciamo che prima di potersi rialzare, si deve arrivare alla caduta col botto) e indirizzarsi verso la conclusione, rinnovando le speranze del lettore nei confronti del povero Fitz, per poi... leggete ^^'
considerando che la storia si sviluppa con tempi piuttosto lunghi (decenni) e la forte sensazione di "incompleto" che si ha alla fine del secondo volume, sono dell'idea che questa triologia debba assolutamente essere letta tutta in una volta o perlomeno senza lasciar trascorrere tempo in particolare fra il secondo ed il terzo volume.
il finale mi è piaciuto molto, anche se mi la fine del ruolo di Fitz mi ha lasciato un enorme dispiacere. Certamente questa conclusione scelta dalla Hobb, per quanto possa non piacere, le ha lasciato campo libero per ulteriori libri (e sappiamo che ci sono). Insomma la speranza del lettore di vedere ancora Fitz all'opera risorge.
Mi è piaciuto il riguardo che la Hobb ha avuto nei confronti della vita quotidiana della gente comune; riferimenti ed eventi che spostavano momentaneamente l'attenzione del lettore lontana dall'atmosfera di corte facendo ricordare che il vero protagonista non è realmente Fitz, bensì il regno (o meglio il mondo) stesso.
La caratterizzazione del lupo che è un vero capolavoro.
Una pecca che ho notato nello stile della Hobb è che troppo spesso lascia trasparire dettagli non proprio "sottili" che fanno subito intuire come andrà a finire una tal situazione, o che magari ti portano automaticamente a capire le prossime mosse del tal tizio... insomma, sotto certi aspetti è piuttosto prevedibile... anche se potrebbe essere tutto voluto per fare cadere l'attenzione su questi dettagli non fondamentali e al contempo far passare inosservati (o quasi) altri indizi maggiormente rilevanti. Non so... lo chiedo a lei la prima volta che la incrocio per strada.
in conclusione la mia opinione è decisamente positiva e appena ho due soldi credo che comprerò anche la triologia dei mercanti di borgomago... sperando che meriti quanto i lungavista.
[Modificato da -penta- 11/04/2007 14.56]