00 28/06/2007 23:23
Questo è il capitolo che più di tutti mi ha trasmesso delle emozioni fortissime: è scritto davvero bene e (sia ringraziata la Luce) la signora Ciocci pare influenzata positivamente dall'atmosfera risparmiandoci le sue famigerate "perle".
Parte con una scena intima, quasi in sordina, e vediamo Perrin che scrive una lettera d'amore convinto che Faile la leggerà solo dopo la sua morte. Poi la scena si sposta fuori e il Giovane Toro è in tutto e per tutto un generale che passi in rassegna le proprie truppe, mentre la tensione sale sempre di più. Quindi i Trolloc attaccano, la battaglia è descritta così bene da fare invidia al miglior Terry Brooks (e almeno in questo lui era un maestro) con tanto di colpo di scena finale. Subito dopo abbiamo quello che pare il lieto fine, ovvero la scena romantica tra i due sposini. E infine, la vera grandiosa conclusione, il confronto tra Perrin e Dain: ennesima figuraccia dei Manti Bianchi.
Devo ammettere che questi ultimi capitoli di Perrin mi hanno dato molto l'idea di un ambientazione "western". Sostituiamo i combattenti con dei pistoleri soitari, i contadini con dei coloni, i Calderai con dei Mormoni dediti alla non violenza e i Trolloc con dei Pellerossa: abbiamo ricreato un film di John Ford. Non so se a voi abbia dato la stessa impressione, onestamente.
Per quanto riguarda i Manti Bianchi, il capitolo non fa altro che confermare le mie perplessità, già esposte nei commenti finali a "La Grande Caccia": rischiano seriamente di ridursi a delle misere macchiette di incompetenti ottusi e un po' isterici (come i vari ufficiali delle Giubbe Blu nei fumetti di Tex Willer).
Infine, ho apprezzato anche il fatto che Robert Jordan non scenda in particolare sulla presunta scena di sesso nel finale e la lasci all'immaginazione di noi lettori. Onestamente ne ho le tasche piene di scrittori fantasy che, essendo probabilmente a corto di idee, ci descrivono pagine intere di amplessi tra i personaggi (e non mi riferisco al buon George Martin)...