00 12/11/2007 12:37
Devo dire che mi hai anticipato!...è un confronto che affascina anche me...
Io come si capisce dalla classifica preferisco Jordan ,certo un'analisi dettagliata dello stile e delle tematiche degli autori sarebbe troppo complesso, quelle che elenco sono solo le mie impressioni,sono entrambi autori che hanno punti di forza diversi e forse quelli di RJ mi attraggono di più:

Trovo che [SM=x494609] riesca a dare più umanità ai personaggi e a trasmettere tramite loro una maggiore varietà di emozioni,la scrittura di Martin mi pare spesso meno introspettiva i suoi personaggi sono molto più seri o meglio "si prendono più sul serio",ma finiscono per essere più freddi.

Il tono della narrazione di Martin è più costante,si legge più facilmente perchè il ritmo è sempre alto e i monologhi non sono mai lunghi e "interiori"(anche nelle piccolezze)come in Jordan.

Gli antogonisti di Martin sono strepitosi..

I protagonisti di Jordan sono strepitosi...in più il tema del sacrificio e del predestinato(ignaro, questa volta) che permeano tutta la saga sono per la sensibilità attuale (e non solo) di grandissima efficacia.
[SM=x494641]

Il grado di realismo di Martin è nuovo per il fantasy...ma io vedo nella sua storia una sorta di romanzo cavalleresco,che si rifà nel tono più ad una vera e propria cronaca medioevale che a un fantasy "modello Tolkien",da questo punto di vista ciò che in Jordan e per esempio in Tolkien viene filtrato per assumere forme simboliche, in Martin e rappresentato in maniera più diretta e cruda.

Personalmente mi affascina nel fantasy la possibilità di scindere e rappresentare il bene
e il male nei termini assoluti tipici del mito,cosa che nella vita reale risulta impossibile,mi affascinerebbe molto un fantasy capace di manifestare il male in modo crudo e realistico in alcune parti,rendendolo diretto alla Martin ma comunque ben delimitato..questo spunta a tratti nella narrazione di Jordan..

per ora mi fermo qui...
rispondete numerosi!!!
[SM=x494605] [SM=x494605] [SM=x494588]







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"Questo fatto di dover mantenere le promesse,
pensò malinconicamente,sembra proprio un modo
di me'mre per andare avanti"