La Ruota del Tempo Forum dedicato al ciclo fantasy di Robert Jordan "La Ruota del Tempo"

Verso il santuario

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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 05/08/2009 11:14
    racconto
    quest'anno a scuola è passata la circolare di un concorso letterario ( il prione ) che mi ha fatto venire voglia di scrivere un storia, non tanto per il concorso ma proprio perché mi andava di scriverla, così entro fine giornata mi era già venuta l'idea base della trama e dopo averla finita di scrivere (ci ho messo un bel po' XD) l'ho mandata al concorso.
    ero curioso di ricevere qualche vostra critica [SM=x494535]
    il titolo è: Verso il santuario

    Il fuoco scoppiettava con vigore al centro della radura; il sole era quasi del tutto sparito, lasciando dietro di sé un vento gelido. Mentre i suoni portati dalla foresta andavano rapidamente cambiando, gli uccelli notturni pregustavano già la strage che avrebbero compiuto di lì a poco.
    Le ombre dei tre uomini, radunati attorno alle fiamme, danzavano lentamente sulle piccole tende alle loro spalle. Nella radura regnava un denso silenzio, tipico di uomini che si sono già detti tutto o di un gruppo in cui nessuno ha la forza per parlare per primo. Ogni gesto dei tre era misurato, lento, quasi rigido, esattamente come la tradizione imponeva a chi si stesse recando al santuario.
    Il giovane si avvicinò con fare cauto alla radura, incuriosito dal bagliore che risaltava nella foresta; non era un luogo molto adatto alla caccia né tantomeno ad una semplice passeggiata.
    Silenzioso scivolò lungo la seconda fila di alberi, osservando gli uomini in procinto di iniziare il loro pasto; vista la poca ampiezza del luogo riusciva a vederli con abbastanza chiarezza e in pochi minuti si ritrovò ad aver percorso l’intero perimetro.
    Non sembravano predoni ed essendo ormai tardi, decise che sarebbe stato meglio trascorrere la notte con qualcuno piuttosto che cercarsi da solo un posto dove stare, così emerse dagli alberi annunciando la sua presenza: “Buonasera a voi viandanti.”
    Subito i tre si voltarono verso il punto in cui era uscito dalla foresta e il giovane poté osservarli meglio: quello che stava controllando la cena era più robusto degli altri, pelato e con i segni evidenti di anni di duro lavoro su mani e volto; il secondo, più vecchio, leggeva un piccolo libro e non sembrava troppo interessato alla venuta del giovane; l’ultimo, sulla trentina, stava leggermente staccato dagli altri, disteso vicino una tenda, si notava immediatamente il suo bell’aspetto.
    Rispose il primo: “Buonasera, giovane.” Nei secondi successivi tutti si accorsero della stessa cosa: ciascuno dei quattro uomini portava una benda rosso porpora legata al capo.
    Il giovane domandò: “Vedo che anche voi portate La Benda. Vi dirigete al santuario? ”
    “Proprio così.” Rispose il terzo
    “Ognuno ha i suoi peccati.” Aggiunse il secondo.
    La benda porpora legata al capo era segno di peccato grave da espiare, ma il giovane non ne era intimorito; prima di tutto la portava anche lui e poi non c’era motivo di temere qualcuno che si stesse dirigendo al santuario: nessuno avrebbe commesso un crimine, più o meno grave, durante il pellegrinaggio.
    Il primo propose: “Poiché sei qui, vuoi fermarti a riposare con noi? A quest’ora rischi molto riattraversando da solo la foresta. ”
    “Se non vi reco disturbo ne sarò felice”
    “Figurati! Siediti pure” Concluse il terzo.
    Il secondo non aveva espresso alcun parere ma nemmeno si era lamentato; così il giovane, dopo averne chiesto il permesso, posò il suo sacco all’interno di una delle piccole tende e si sedette vicino al fuoco.
    “Noi tre veniamo dalla capitale” disse il primo per fare conversazione “Ma abbiamo preferito attraversare la foresta che seguire la via usata dai carri, aiuta il nostro spirito a meditare sul peccato.”
    “Stessa ragione anche per me.” rispose il giovane, mentre gli veniva servita una porzione bollente di zuppa. “ Sono nato in un villaggio di una provincia interna del regno e fino ad ora ho lavorato come apprendista in diverse carovane di mercanti.”
    “Be, sei ancora giovane, è giusto che tu possa fare esperienza e trovare il lavoro che ti è congeniale; io sono un vasaio, ho avuto la fortuna di riuscire a continuare l’attività che mi ha lasciato mio padre, ormai troppo vecchio per occuparsene.”
    Il giovane lo osservò con attenzione, ascoltando le sue parole aveva notato un forte tremito nel versare il cibo, come se fosse scosso dai suoi stessi pensieri. Conoscendoli da poco, aveva paura di essere indiscreto ma dovendoci passare la notte si fece coraggio e domandò: “Ma il tuo lavoro ti ha causato qualche problema? Vedo che parlarne ti rievoca ricordi dolorosi.”
    Dopo qualche secondo il vasaio sussurrò: “Più di quanto tu possa immaginare.” Il silenzio si protrasse per un paio di minuti senza che il giovane avesse la forza di fare altre domande. Gli altri due uomini evidentemente conoscevano già la vicenda poiché tennero lo sguardo basso senza intervenire.
    Il giovane riprese lentamente a mangiare. Sembrava che la conversazione fosse ormai finita e saggiamente aveva deciso di fermare lì la sua curiosità, quando, improvvisamente, il vasaio smise di fissare il fuoco e disse: “ L’atto terribile che mi porta a dirigermi al santuario scaturisce proprio dal mio lavoro.” Dopo aver preso un sorso di zuppa guardò il giovane negli occhi e iniziò a raccontare: “ Ricordi la guerra che ci fu tre anni fa contro l’impero vicino? Ebbene da quello stato proviene un’argilla che io utilizzo per i miei vasi più richiesti; durante la guerra era possibile acquistarla solamente tramite contrabbandieri a un prezzo quasi triplicato. Ma io non potevo farne a meno! Capisci ? Non potevo !” Il volto del vasaio si contrasse violentemente; dopo essersi calmato continuò: “ Quel prodotto è indispensabile per la bottega, senza quello non riesco a far sopravvivere la mia famiglia.”
    Il giovane ascoltava attentamente non riuscendo a capire come tutto ciò potesse collegarsi con un peccato che meritasse la Benda rossa; ma le emozioni visibili sul volto del vasaio testimoniavano la presenza di un qualcosa di veramente grave.
    “Dovendo acquistarla illegalmente a quel prezzo fui costretto a contrarre dei forti debiti con un gruppo di malviventi della capitale. Speravo che, una volta usciti dal periodo di crisi, sarei riuscito a ripagarli interamente… Ma la guerra è durata più del prevedibile e così hanno minacciato me mia moglie e la mia bambina !!!” La zuppa gli si versò sulla mano ma, incurante del dolore causato dal liquido bollente, riprese il racconto: “Un giorno uno di loro venne nella mia bottega, portandomi un piccolo sacchetto di tela contenente una manciata di polvere marrone; mi dissero che avrei dovuto farne un boccale di terracotta finemente decorato, mischiando all’impasto quella sostanza e mandarlo in dono al proprietario di una locanda della capitale. Capii subito che ci doveva essere un motivo se mi facevano quella richiesta e domandai spiegazioni. L’uomo rispose immediatamente: quella polvere era un veleno, il primo che avrebbe bevuto una sostanza alcolica da quel boccale sarebbe morto qualche giorno dopo in preda a febbre e delirio, gli usi successivi sarebbero invece stati innocui. Mi assicurò che sarebbe stato impossibile risalire a me.” Durante il racconto il giovane si era incurvato su se stesso, serrando le braccia sul ventre, lentamente incalzò il vasaio: “ Che cosa ne hai fatto del veleno ?”
    “ E cosa potevo farne?!” rispose il vasaio scoppiando in un pianto dirotto. “Dissi che non avrei ucciso un uomo di cui non sapevo nulla, ma mi ricordarono violentemente il debito che avevo e minacciarono la mia famiglia!” Il vasaio si stringeva la testa per il dolore, la Benda stava quasi per togliersi; “Preparai il boccale e lo consegnai, come pattuito. Quattro giorni dopo ricevetti la notizia che il locandiere era morto a causa di un’infezione e cercai di non saperne altro: né se aveva moglie o figli né che fine avrebbe fatto la sua attività.”
    Il giovane sembrava essersi ammutolito, gli occhi fissi e spenti, ma trovò la forza per domandare: “Ma tua moglie sa qualcosa di quello che è successo? Sa perché ti dirigi al santuario?”
    “Ovviamente no. Come avrei potuto dirle che sono un assassino? Come avrei potuto reggere il suo sguardo disgustato? Le ho detto che intendevo recarmi al santuario soltanto perché desideravo farne l’esperienza ”.
    “E invece? Per cosa lo fai ?” disse il giovane alzando bruscamente gli occhi verso il vasaio, mentre il bagliore di un fuoco sempre più vivo risplendeva nelle sue iridi.
    “Per cercare la purificazione.” rispose il vasaio a testa bassa. “ Non so nemmeno se mi verrà chiesta di nuovo una cosa del genere.” Provò ad alzare gli occhi ma gli ricaddero pesantemente verso la terra “ Se succederà, non credo che potrò rifiutare tanto facilmente.”
    La notte era ormai completamente scesa sulla foresta, il confine della radura era svanito alla vista dei quattro uomini. Nemmeno la luna, coperta da fitte nubi, riusciva a portare un po’ di chiarore. Il secondo dei tre fu costretto ad avvicinarsi al fuoco per continuare a leggere e il silenzio tornò con prepotenza nella radura.
    Pochi minuti dopo aver terminato il racconto, il vasaio si distese su un fianco, chiuse gli occhi cadendo in un sonno leggero.
    Il giovane era di un pallido vibrante, la testa accasciata sulle ginocchia, una posizione quasi fetale; sia il secondo che il terzo pensarono che non avesse digerito la rozza cena, era un rischio che si correva con cibi dalla dubbia provenienza.
    Improvvisamente una scintilla partì dal fuoco vivo, depositandosi sul libro del secondo; la pagina che stava leggendo prese immediatamente fuoco ma, avendo i riflessi pronti, egli chiuse di scatto il volume spegnendo le fiamme. Si lanciò in una serie di forti imprecazioni, riscuotendo il giovane dal suo malore “Tutto bene? Ti sei scottato?” disse quello
    “No, non è niente” rispose il secondo con la voce frammentata per la rabbia “Ne ho passate di peggio” aggiunse, tirando un calcio a uno dei ramoscelli più esterni. Il giovane era nuovamente incuriosito: “ Ti riferisci alla tua vita?”
    “Sono vecchio ormai”
    “Una vita dura immagino” disse il giovane con un sorriso.
    “Non più di quanto mi aspettassi”
    “È questo che ti porta al santuario? Ripensare agli inverni che hai trascorso?” formulò questa ipotesi nonostante sapesse che una cosa del genere non meritava la benda rossa.
    “No, non proprio” disse il vecchio, non sembrava propenso a parlarne ma continuò “Ho ucciso” la sua voce non cambiò minimamente. Una civetta, con un roditore nel becco, passò rapida sopra di loro, lanciando un urlo di trionfo.
    Il giovane non si mosse, non tremò né sussultò; rimase seduto con le braccia irrigidite lungo il busto. Gli occhi fissi nel viso del vecchio che guardava pigramente il cielo da cui era passata la civetta.
    “Perché lo hai fatto?”
    “Vendetta.”
    “Meritava quello che gli hai fatto?”
    “Certo. Quel cane provò anche a scusarsi” disse il vecchio, sputando nel fuoco. “Ma non sono uno che si fa prendere in giro; era giusto che morisse.” Concluse il vecchio con voce neutra.
    Caldo. Il giovane sentiva caldo. Forse per la troppa vicinanza alle fiamme. Una goccia di sudore gli scese lungo la fronte, fermandosi sul sopracciglio.
    Poiché il vasaio e il vecchio avevano già narrato le loro storie, il terzo, ancora perfettamente sveglio, si avvicinò al giovane e disse: “ Be non ti resta che ascoltare me per finire di conoscerci meglio!” prima di rispondere il giovane lo guardò con più attenzione; a differenza degli altri due parlava con forza e vitalità, la sua vita doveva essere sicuramente molto felice; ma perché la benda rossa allora ? la curiosità lo prese per la terza volta “ Sei anche tu giovane, inoltre bello” disse “Cosa ti può aver portato a indossare la Benda rossa ?”
    “L’amore” rispose il bello, sospirando malinconicamente.
    “Che cosa intendi? ” il giovane era perplesso.
    “È stato l’amore che mi ha portato a compiere l’azione per cui ora indosso la benda. Qualche anno fa ho conosciuto una ragazza alla fiera della capitale. Si era trasferita da poco, per lavorare col padre. Me ne sono subito innamorato; era bella e allegra, sempre solare e gentile con tutti; ho iniziato a frequentarla e in breve tempo anche lei ha ricambiato quello che provavo.” Parlando i suoi occhi si erano fatti dolcemente felici. Il giovane ascoltava sorridendo. “Ma lei è sempre stata troppo ingenua. Un tale, qualche anno più giovane di me, le stava continuamente addosso, le parlava in ogni momento e arrivava addirittura a farle dei regali! Lei non si è resa conto che lui voleva soltanto portarsela a letto.” finì la frase con le mascelle contratte. “Le ho fatto notare la cosa ma lei, guardandomi allegramente stupita, mi ha risposto che non mi dovevo preoccupare, era solo un ragazzo molto affettuoso.”
    Non poteva essere, il giovane non voleva crederci, ma ormai aveva capito: c’era del sangue anche sulle sue mani.
    “Ma lui continuava a importunarla, e decisi che non poteva continuare così.” Il bello buttò gli ultimi legnetti nel fuoco e riprese “Qualche settimana dopo, lui partì per affari in un villaggio vicino e colsi l’occasione al volo.” Un sorriso macabro si ritagliò sul suo viso “Lo seguii qualche ora dopo a cavallo; non mi fu difficile trovarlo e avvicinarlo nel piccolo villaggio. Gli dissi che doveva tornare immediatamente in città perché sua madre si era sentita male, nessuno mi notò con lui. Arrivati a metà strada, in un tratto isolato, fermai bruscamente il cavallo e gli dissi di smontare, dovevo parlargli. Ci incamminammo verso il sottobosco. Appena non fummo più visibili dalla strada lo afferrai al polso minacciandolo: non avrebbe mai più dovuto rivolgere la parola alla mia ragazza. Lui era sconvolto, fingeva di non capire di che parlavo, disse che aveva soltanto un bel rapporto di amicizia con lei e che non voleva rinunciarvi. Tentò di divincolarsi dalla stretta, ma io sono più forte” il bello pronunciò le ultime parole con una soffice risata “ con la presa ancora salda sul polso sinistro mi spostai ad arco sul suo fianco e gli inchiodai un calcio nello stomaco, mentre si rotolava a terra per il dolore presi un ramo lontano qualche passo e iniziai a colpirlo in testa finché non smise di muoversi. Trascinai rapidamente il corpo all’interno del bosco e liberai il suo cavallo. Tornato in città continuai a comportarmi normalmente, anche quando si diffuse la notizia della sua scomparsa; ma il corpo non fu mai ritrovato: probabilmente è andato in pasto ai lupi.”
    Come in risposta alle parole del bello, un tetro ululato spezzò la quiete della notte. Il vasaio si svegliò dal suo tormentato sonno e si sedette vicino al fuoco, ormai quasi spento, cercando di trarne calore; il vecchio, che stava leggendo vicino alla sua tenda, posò il librò e avvicinandosi ai bracieri disse: “Si è fatto tardi, abbiamo bisogno di dormire; domani dovremmo percorrere l’ultimo tratto fino al santuario.” Il vasaio aggiunse: “Sarà meglio andare a prendere qualche ramo per il fuoco, non possiamo rischiare di essere attaccati nel sonno da qualche bestia.”
    Nella radura non c’erano rami, il giovane si alzò lentamente in piedi e sfiorando la benda sulla fronte disse: “ Vado io, ho sempre bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe per prendere sonno.”
    Uscì dalla radura inoltrandosi nella foresta buia, i tre lo persero immediatamente di vista; senza luce ci avrebbe messo un po’ a trovare dei rami secchi.
    Dopo una decina di minuti lo videro riemergere dal lato opposto rispetto a quello da cui era venuto, un fascio di legna adatta tra le mani.
    Il giovane camminava con passo lento ma deciso, si ritrovò subito sopra i tre, seduti attorno al braciere. Lasciò scivolare la legna sul terreno, guardandoli per qualche secondo e disse : “ Ci vorrà un po’ per riaccendere il fuoco. Che ne dite di bere un sorso del vino che ho portato con me? ” La luna esplose improvvisamente nel cielo, uno dei rari sprazzi tra le nuvole le permise di rischiarare la radura, gli abeti assunsero un brillante colore argenteo.
    Rispose il vasaio: “Grazie dell’offerta. Siamo felici di accettarla.”
    Il giovane entrò nella tenda in cui aveva posato il suo sacco e ne uscì dopo poco con una bottiglia dal contenuto scuro, la porse al bello: “È un ottimo vino del mio villaggio con un leggero retrogusto muschiato, bevetene pure quanto desiderate, sarò più leggero durante il viaggio.”
    I tre riempirono dei bicchieri, la sete del pasto non era stata completamente placata dalle scorte d’acqua disponibili, così ne bevvero quanto possibile.
    Il giovane era rimasto in piedi, a guardare la luna nel cielo; un lupo iniziò a ululare verso ovest e altri ripresero il suo canto a est e a nord finche tutta la foresta sembrava ormai risplendere di una vita nuova.
    Poi silenzio.
    Il primo a cedere fu il vecchio. I vecchi muscoli iniziarono a contrarsi spasmodicamente in tutte le direzioni, bava rosso scarlatto che gli colava dalla bocca; nonostante la tremenda agonia trovò la forza per digrignare i denti nelle sue ultime rabbiose strascicate parole “Maledetto bastardo!” In uno degli spasmi lanciò violentemente il bicchiere contro il giovane colpendolo sotto il mento. Il veleno ebbe un effetto diverso sugli altri due: il bello cercò di combattere la paralisi che lo stava avvolgendo ma nemmeno il suo corpo poteva fare niente ormai, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa continuava a cercare di alzarsi senza successo, i muscoli lo abbandonavano sempre prima, a ogni inutile tentativo; il vasaio invece era riuscito a restare carponi, lacrime gli scendevano lungo il collo. Guardava il giovane come per chiedere spiegazione.
    Il giovane ricambiò lo sguardo del vasaio “ Tre assassini, i peggiori che abbia mai incontrato in questi anni. Non avevo mai ucciso nella mia vita, ma stanotte il giudice sarò io: non posso permettere che viviate.” Si chinò per prendere il suo sacco mentre i tre stavano ormai esalando i loro ultimi respiri, gettò la Benda rossa nel braciere e uscì dalla radura, in una notte sempre più buia.

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    Artur Rahl Hawkwing
    Post: 53
    Età: 29
    Sesso: Maschile
    00 05/08/2009 11:49
    carino...avrei preferito se chiarissi un po' di più il motivo dell'assassinio dei tre assassini [SM=x494523]
    [Modificato da Artur Rahl Hawkwing 05/08/2009 20:12]

    "What I say, I do."

    presidente del C.B.T.L.A.S. (comitato bruciamo tutte le aes sedai)

    fondatore del P.A.P.P.A.L.O.N.B.( partito ammazziamo Perrin per aver lasciato oggetti nel bosco)
  • matcauthon
    00 05/08/2009 14:48
    hai del talento... [SM=x494641] [SM=x494641]
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 05/08/2009 20:18
    grazie a entrambi ^^

    il motivo scatenante è l'ipocrisia dei tre assassini [SM=x494625]

  • matcauthon
    00 05/08/2009 21:22
    Re:
    Giovane Toro, 05/08/2009 20.18:

    grazie a entrambi ^^

    il motivo scatenante è l'ipocrisia dei tre assassini [SM=x494625]




    giovane toro perchè non ti iscrivi al concorso letteratio di wot???

    vieni a vedere qui



    te lo consiglio fortemente e magari .....
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 06/08/2009 09:14
    si si l'ho visto è mi piacerebbe ma per ora non ne avrei assolutissimamente il tempo ne osno più che sicuro [SM=x494525] se devo fare una cosa mi va di farla bene e ora non ce la farei proprio [SM=x494525]

  • matcauthon
    00 06/08/2009 10:21
    Re:
    Giovane Toro, 06/08/2009 9.14:

    si si l'ho visto è mi piacerebbe ma per ora non ne avrei assolutissimamente il tempo ne osno più che sicuro [SM=x494525] se devo fare una cosa mi va di farla bene e ora non ce la farei proprio [SM=x494525]




    hai tempo fino al 31 di ottobre...
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 06/08/2009 22:15
    chissà ! [SM=x494641]

  • matcauthon
    00 07/08/2009 11:24
    Re:
    Giovane Toro, 06/08/2009 22.15:

    chissà ! [SM=x494641]




    però l'iscrizione è fino al 31 agosto..... facci un pensierino perchè abbiamo bisogno di te [SM=x494534]
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 07/08/2009 11:53
    non me la sento di iscrivermi se non sono sicuro di poter partecipare e tra l'altro quest'anno inizio il liceo e quindi di tempo non ne avrò quasi per niente [SM=x494587]

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    Artur Rahl Hawkwing
    Post: 53
    Età: 29
    Sesso: Maschile
    00 08/08/2009 09:53
    beh anche io inizio il liceo....e pure matcauthon

    "What I say, I do."

    presidente del C.B.T.L.A.S. (comitato bruciamo tutte le aes sedai)

    fondatore del P.A.P.P.A.L.O.N.B.( partito ammazziamo Perrin per aver lasciato oggetti nel bosco)
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 08/08/2009 11:01
    coraggiosi allora [SM=x494540]

  • matcauthon
    00 08/08/2009 12:11
    Re:
    Giovane Toro, 08/08/2009 11.01:

    coraggiosi allora [SM=x494540]




    si ma guarda che il liceo non è come lo descrivono..... si deve studiare ma si ha del tempo libero..... comunque la scelta è tua....

    che liceo fai?
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 08/08/2009 23:33
    classico [SM=x494540]

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    Artur Rahl Hawkwing
    Post: 53
    Età: 29
    Sesso: Maschile
    00 09/08/2009 12:12
    come mat e mio fratello gemello!

    "What I say, I do."

    presidente del C.B.T.L.A.S. (comitato bruciamo tutte le aes sedai)

    fondatore del P.A.P.P.A.L.O.N.B.( partito ammazziamo Perrin per aver lasciato oggetti nel bosco)
  • Stedding'89
    00 09/08/2009 12:15
    Re:
    Giovane Toro, 08/08/2009 23.33:

    classico [SM=x494540]




    In bocca al lupo per il latino....io lo odiavo!! [SM=x494562] Il greco penso sia ancora peggio...io cmq nn l'ho fatto avendo fatto lo scientifico [SM=x494535]
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 09/08/2009 13:38
    non ti racconto tutte le avventure che ho passato al classico con la proff di latino e greco che riempirei venti pagine di topic XD

  • matcauthon
    00 09/08/2009 19:47
    Re:
    Giovane Toro, 09/08/2009 13.38:

    non ti racconto tutte le avventure che ho passato al classico con la proff di latino e greco che riempirei venti pagine di topic XD




    ma lo hai iniziato o no???
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    Giovane Toro
    Post: 1.106
    Sesso: Maschile
    00 11/08/2009 16:06
    si si ho fatto i due anni di ginnasio, ora si passa al liceo

  • Moiraine Sedai
    00 17/08/2009 20:39
    Anche io quest'anno inizio il primo liceo classico..
    Du' palle.. [SM=x494526]

    Cmq per tornare IT, complimenti per il racconto, sei proprio bravo! [SM=x494523]
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