Ah, ma allora c’è un Drago che mi osserva!
Il sito del NY Times è una delle fonti per il mio articolo, come ho indicato in basso. E scorrendo la classifica si vedono molti nomi importanti che stanno dietro a quello dello zio Robert, da Patricia Cornewell a Michael Connelly, da Nicholas Sparks a Anne Rice e molti altri che anche da noi vendono davvero molto.
Io comunque ho fatto qualche ricerca, e aggiungo alcune considerazioni che non ho scritto nell’articolo.
Jordan ha raggiunto il primo posto in ben 5 occasioni, e questo lo rende unico fra gli autori di fantasy. Dietro di lui c’è King, ma sappiamo bene che King è un maestro dell’horror, genere che presso la critica viene ritenuto più serio della fantasy e che solitamente vende di più. I suoi lettori, principalmente, vengono da lì, e quindi è un po’ un “fuori categoria”.
Poi ci sono la Stewart, ormai praticamente sconosciuta da noi, e ovviamente Tolkien, Va rilevata l’assenza del Signore degli anelli. Probabilmente ha avuto bisogno di un po’ di tempo per farsi conoscere, e non ha raggiunto la vetta. Però nel corso degli anni ha venduto moltissimo, quindi è un long-seller di quelli davvero importanti. A fama consolidata, due sue opere hanno raggiunto il vertice, il Silmarillion, perché ormai la Terra di Mezzo era notissima, e I figli di Hurin, in quanto presentato come romanzo e non come raccolta di testi incompiuti e messi insieme dal figlio.
Notare l’assenza totale o quasi totale di alcuni “maestri” della fantasy. Non c’è, per esempio, Pratchett. Brooks ha raggiunto il vertice solo grazie a Star Wars, con buona pace di Shannara. Eddings ha un solo titolo, il decimo e ultimo della sua saga più importante.
Goodkind compare con il decimo ma non, curiosamente, con l’undicesimo. Qualche lettore si è scocciato della sua saga ripetitiva? Io l’ho mollato dopo sette romanzi, ma avrei potuto interrompere la lettura al secondo senza perdermi niente. Dopo, è stata solo speranza non in un guizzo di originalità, mai troppo presente, ma in un ritorno a una storia appassionante. Finché non ho rinunciato.
In un paragone con Jordan noto che anche Knife of Dreams, uscito dopo un volume da molti (ma non da me, io mi sono divertita) giudicato deludente, ha raggiunto il primo posto, segno che i suoi lettori non si sono minimamente stancati.
Gaiman riceve regolarmente riconoscimenti dalla critica, e fa cose così diverse fra loro da riuscire a toccare appassionati di più generi. E I ragazzi di Anansi spesso non viene catalogato come fantasy ma come romanzo non di genere con il quale anche le “persone serie” che noi non siamo possono farsi vedere in giro.
Martin compare col quarto e per ora ultimo volume delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, ma ha pubblicamente riconosciuto che se non fosse stato per Jordan probabilmente non avrebbe venduto così tanto. Vedremo se anche i prossimi saliranno così in alto.
La Rowling è un discorso a parte, con lei editore e casa di produzione cinematografica hanno fatto un lavoro di marketing straordinario. Comunque va notato che non è arrivata al primo posto al momento della sua pubblicazione, ma quando è stato annunciato l’accordo per realizzare la serie di film. Inoltre, generalmente i libri per ragazzi vendono più della fantasy.
Direi che Jordan è decisamente un caso unico.
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