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20/03/2005 16:01
 
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Un ottima recensione di R.Bolton che ho "fregato" dal forum di Martin su FFZ: Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco.


Immaginate una città ove si muove un gruppo di scalcinati individui che tramano nell'ombra (nell'orario dopo il lavoro ovviamente), un bibliotecario (accidentalmente trasformato in orango) alla strenua ricerca di un libro magico rubato, una nobildonna dedita esclusivamente alla cura ed alla guarigione dei draghetti malati (vale a dire, quasi tutti), un Patrizio della città machiavellico ed astuto.
Raffiguratevi nella mente un nano (adottivo) alto due metri per due metri di ampiezza spalle, un capitano strenuo fautore della democrazia (nonchè quasi perennemente ubriaco), un grasso sergente ritratto dell'indolenza ed un caporale del quale è fortemente in dubbio l'appartenenza alla razza umana.
Questa è la Guardia Notturna e nella città di Ankh-Morpork si svolgono le sue audaci imprese. O meglio, non si svolgono. E', infatti, comportamento consueto degli eroici soldati accorrere prontamente sul luogo del delitto, ma con adeguata lentezza e moderazione: è sempre una gran seccatura dover arrestare qualcuno, soprattutto quando colui che deve farlo è una guardia sola e mal pagata, e soprattutto quando non c'è evidente utilità nell'agire.
Ad Ankh-Morpork, infatti, hanno cospicua influenza le Gilde Cittadine: la Gilda dei Ladri, ad esempio, deve rispettare le quote di furto concordate con il Patrizio ed ogni cittadino può pagare una sorta di "assicurazione" (con tanto di ricevuta) per evitare grassazioni indesiderate. Una gran comodità e risparmio di tempo per tutti.
Tutto si svolge abbastanza tranquillamente, quindi, secondo la solita routine: ogni aspetto della vita funziona con una certa efficacia...tutto sommato. Gli assassini assassinano, le passeggiatrici passeggiano, i ladri ladrano come è giusto che accada nella più grande città del Mondo Disco.
Questo almeno finchè non si verificano due eventi che innescano una catena di conseguenze esplosive: l'arrivo nell'abitato dell'idealista appuntato Carota e, quasi contemporaneamente, di un terribile drago sputafuoco. E dove c'è un Drago -tutti lo sanno- ci vuole un Eroe.

Comincia così "A me le Guardie!", il primo volume della saga della Guardia Cittadina, uno dei più rutilanti, folli ed assolutamente divertenti romanzi di Terry Pratchett. L'ironia dell'autore inglese investe come di consueto con efficacia ogni clichè tipico della letteratura fantasy, senza risparmiarne nessuno.
Ad Ankh-Morpork nulla è come sembra ed è frequente imbattersi nell'inaspettato. Le strade sono affollate di individui delle razze più disparate. I nani immigrati dalle loro terre in cerca di lavoro, ad esempio: persone dabbene ed ammodo, quando non alzano troppo il gomito e - di conseguenza - non iniziano a menarsi colpi di ascia l'uno con l'altro. Varia umanità si affaccenda nei suoi affari: complottatori diretti al loro covo preso a nolo (solo il lunedì e martedì), troll fatti di roccia intenti a sedare le risse nella Taverna "Al Tamburo Riparato" (o - chissà? - a iniziarle), eroi di professione pronti a sgozzare mostri in cambio della consueta ricompensa (la mano di una pricipessa e metà del reame ovviamente), signorine di piccola virtù che tentano di ricompensare invano il loro ingenuo salvatore appena giunto in città e tante altre figure.
La grande vis comica di "A me le guardie!" è data in buona parte proprio dall'essere un romanzo corale, ove i personaggi agiscono di volta in volta da primo attore e da spalla comica, compensandosi e rinforzandosi a vicenda.
E si intenda, non sono solo i protagonisti a dominare la scena: anche i caratteri secondari e le comparse contribuiscono in maniera preponderante a creare la particolarissima atmosfera che permea il mondo di Terry Pratchett.
Si va dall'eccentrica Lady Sybil Ramkin (una virago assai poco femminile con un'autorità conferita dalla sua imponente persona, un'ottima propensione al comando e una mania per l'allevamento dei draghetti di palude), a M.V.R. Dibbler - M.V.R. sta per "Mi-voglio-rovinare" -, fornitore degli articoli più disparati (tra i quali l'infuso multiuso fabbricato da monaci romiti che abitano sulle montagne) e venditore di misteriosi panini imbottiti (e l'aggettivo non è improprio, visto il contenuto). Non manca la figura classica pratchettiana della Morte, con il suo caratteristico ed esilarante modo di esprimersi in maiuscolo, che si affaccia spesso sulla scena con le sue freddure volte a "rendere meno pesante la situazione"...
Sarebbe inutile, nonchè estremamente difficoltoso, elencare tutte le migliori trovate escogitate dall'autore durante il romanzo: è preferibile lasciare che i lettori le scoprano gradualmente rimanendo stupiti dalla vivacità delle idee comiche presenti.

E tuttavia, se "A me le guardie!" si limitasse soltanto ad essere una semplice parodia del genere letterario sarebbe certo una lettura divertente e piacevole, sicuramente un libro fantasy importante, ma senz'altro non un testo epocale.
La grandezza di Pratchett sta, invece, nell'aver creato una storia con un impianto narrativo solidissimo e coinvolgente, che sfrutta la parodia come strumento per fare progredire la vicenda, ma che non esaurisce in essa tutto il suo valore.
I protagonisti subiscono un'evidente evoluzione durante il racconto: Ankh-Morpork sarà anche una città che allude con umorismo alle nostre caotiche metropoli moderne, ma di fronte ad una crisi che ne mina l'ordine (o meglio, il disordine) interno l'intervento degli eroi non è meno risolutivo che in un romanzo "serio".
E poco importa che i Nostri siano una banda di "outsiders", sfortunati e snobbati dal resto della società: quando il gioco si farà duro sarà proprio la Guardia Notturna a opporsi alla minaccia che incombe.
A modo suo, ovviamente...
Non meno significativo è il tono da romanzo giallo che caratterizza nel suo complesso lo svolgimento della trama. La determinazione del colpevole dei disordini che si verificano ad Ankh-Morpork ha un ruolo primario ed essenziale nell'intreccio: non dimentichiamo che i componenti della Guardia - tutto sommato - sono poliziotti....
Caratteristica singolare rispetto a molte altre opere è, inoltre, il giudizio divertito sulla natura umana, che emerge soprattutto dalle riflessioni "filosofiche" e politiche del capitano Vimes. Attraverso i suoi pensieri l'autore non risparmia l'ironia circa l'adattabilità, la scarsa memoria e lungimiranza, l'assenza di buon senso ed assennatezza che caratterizza noi uomini. Così pure, non mancano le allusioni comiche sui vantaggi delle diverse forme di governo che applichiamo alla nostra società e sull'influenza che Mito e Tradizione possono avere se portati all'eccesso.

"A me le guardie!" è tutto questo e anche di più: un piccolo gioiello letterario, una splendida storia di avventura, fantasia e magia, ma anche un esempio mirabile di umorismo che non è fine a se stesso, ma in grado di suggerire spunti di riflessione sulla nostra realtà e sui nostri comportamenti.
Fra una gag e l'altra, s'intende.

[Modificato da DragoRinato 20/03/2005 16.03]



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The amazing thing is that every atom in your body came from a star that exploded. And, the atoms in your left hand probably came from a different star than your right hand.
It really is the most poetic thing I know about physics: You are all stardust.
You couldn’t be here if stars hadn’t exploded, because the elements - the carbon, nitrogen, oxygen, iron, all the things that matter for evolution - weren’t created at the beginning of time. They were created in the nuclear furnaces of stars, and the only way they could get into your body is if those stars were kind enough to explode.
So, forget Jesus. The stars died so that you could be here today.
"A Universe From Nothing" by Lawrence Krauss, AAI 2009 (16:50-17:23)
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