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08/10/2006 12:31 | |
riesumo il thread per commentare "ring", il romanzo che ha reso suzuki famoso. Innanzi tutto dai racconti che mi han fatto, è abbastanza diverso dal film (almeno quello americano).
Gli aspetti interessanti di questo horror sono rappresentati dalla presenza di elementi della tradizione giapponese quali demoni, fantasmi, esorcismi cui si affiancano elementi "comuni" che si evincono dai comportamenti dei personaggi (attività lavorativa, rapporti con i superiori, rapporti uomo/donna).
La storia di per sè è un po strampalata, ma tutto sommato non troppo. Come in dark water, anche qui suzuki mette in piedi una serie di paranoie mediche che, per quanto poco plausibili, sono divertenti.
La vera nota di merito però, è nella caratterizzazione dei personaggi. Sono tutti molto ben fatti.
Infine tra i vari temi mi è paiciuto quello secondo cui nell'uomo alberga una forma di terrore primordiale per tutta una serie di situazioni che sarebbe indipendente dalle esperienze (vedi la bimba di meno di un anno che senza mai averne sentito parlare piange di fronte alla maschera di un demone percependone la natura malvagia a priori).
Credo leggerò il seguito, spiral. |
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