La sanguinosa epopea delle armi da fuoco in un affresco storico sull'eclissi dell'età eroica. La fine del mondo cavalleresco e l'avvento della guerra moderna nel Rinascimento dei Borgia, di Savonarola e degli ultimi grandi capitani di ventura. Una misteriosa confraternita di uomini in armi che si oppone con ogni mezzo al tramonto delle aristocrazie guerriere e alla marcia inarrestabile della storia.

LE PRIME RIGHE

22 giugno 1476 - Battaglia di Morand.
L'istrice

Davanti a sé aveva soltanto la piana, a perdita d'occhio.
Carlo il Temerario in persona gli aveva riconosciuto l'onore di potersi schierare nella prima linea del primo battaglione. Era diventato, infatti, uno dei favoriti di quel duca di Borgogna che stava creando un nuovo regno tra quello del re di Francia e quello dell'imperatore di Germania. Lo era diventato per meriti di guerra dopo che aveva lasciato l'Italia per andare ad arruolarsi nelle compagnie d'ordinanza, i formidabili squadroni di cavalleria in servizio permanente presso quel grande principe. Andava così fiero del favore del duca che tra il cuore e il capo del proprio scudo, nel posto d'onore, aveva chiesto e ottenuto di poter mettere il suo stemma.
Ora tutto era pronto e tutto era perfetto. Il terreno era ben livellato, sgombro da ostacoli e trabocchetti, la terra soda e compatta ma non aspra e sassosa, il suolo ideale perché gli zoccoli dei cavalli potessero morderlo a dovere in una corsa a perdifiato. Pareva che l'Onnipotente stesso avesse scelto il luogo per la carica dei Suoi cavalieri. E quei cavalieri non avrebbero mancato al loro dovere verso se stessi, verso i propri compagni d'arme, verso il principe e verso l'Altissimo: avrebbero caricato a fondo e non si sarebbero sottratti ai colpi del nemico sulla linea di battaglia.

anche io voglio leggerlo...il problema è che non mi è ancora arrivato!!

E' un libro che VA letto. Nessuna discussione.

Il Nero Bibliotecario.

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Scritto da: Staurophylaktos 23/07/2006 18.15
E' un libro che VA letto. Nessuna discussione.

Il Nero Bibliotecario.

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No Fabio... Da te mi aspetto di più e voglio sapere perchè VA letto.

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Scritto da: drusilla75 25/07/2006 11.31


No Fabio... Da te mi aspetto di più e voglio sapere perchè VA letto.

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Perchè è poderoso.
Scurati padroneggia la lingua, la plasma, la rimodella a seconda dell'effetto che deve creare. Immergersi nella lettura è un'esperienza tout-court, che porta al completo asservimento del lettore alla storia. Non si cura della credibilità della ricostruzione (pur notevole), ma riesce a ricostruire la fine dell'età "eroica" delle armi bianche a favore del dominio della nera polvere.
Scurati ci parla dell'epica bellica, idealizzata come per gli antichi, e del suo tramonto, a favore della moderna mentalità. E' un affresco che racchiude non solo un'epoca, ma un intero modo di intendere il mondo. E' il passaggio dall'esperienza concreta a quella virtuale, in cui le guerre si guardano al tg o su internet. E' la fine, pennellata con sapienza.

"Ho visto il Baiardo piangere [... ] Ho visto [... ] ho visto [... ]" col meraviglioso finale "ho visto i galeoni inabissarsi al largo d’Esmeralda" ...

Signori, tutti in piedi: citare Blade runner in un romanzo sul 500 è talento. Ma tanto talento.

Mi hai convinto. Lo aggiungo alla lista.

Bravissima, non te ne pentirai.

E' meglio di Martin...e anche di Altieri.

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Scritto da: DragoRinato 29/09/2006 14.59


e su l'amico Scurati che ci dici?

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eheheheheh

sapevo che me l'avresti chiesto!!!!! Del resto, se l'ho letto, e' solo perche' tu (e forse anche Franki) l'avevi consigliato..... e con te vado sul sicuro!!!!!


Devo dire che all'inizio (il primo capitolo) l'ho trovato un po' ostico... non riuscivo a farmelo scorrere.... forse per il linguaggio, forse perche' venivo da letture molto piu' "easy" (Eddings e Lemony Snicket), ma gia' dalla scena del torneo ha preso quota e l'ho letto molto volentieri.... Il finale mi ha lasciato un po' perplesso, ma in definitiva e' un buon libro.... mi ha soddisfatto!!!!

lette un'ottantina di pagine, mi pare un po' troppo pomposo ed autoreferenziale. Pomposo nel senso che fa un sacco di storie e in fondo in fondo parla di un branco di scoreggioni ubriaconi e manco troppo cattivi

nobile il fine del romanzo, ossia dipingere la fine della cavalleria, e molto bello il tono triste del finale. Per il resto, bocciato. La confraternita è quanto di più squinternato abbia mai visto, un gruppo di tizi che appena può beve sangue. Bocciata in toto poi la parte sulla muta, in cui tende a scomparire il personaggio più affascinante, ossia il malacarne. A qualcuno è piaciuta, io invece non ho digerito la citazione di blade runner. Altro dettaglio che non mi ha convinto è la desrcizione della psiche del protagonista che fino al massacro degli armaioli deformi (mamma che grotteschi) è troppo disturbata.

ps: la fine della cavalleria è dipinta in modo più scanzonato in un americano alla corte di re artù....

E poi non c'è nemmeno un po' di rosa...