Io sono convinto che Taim abbia detto a Moridin delle intenzioni di Rand, ma che Moridin non abbia detto nulla fino a che non gli abbia fatto comodo.

Premessa: io sono convinto che Taim sia, se non Moridin come suggerito da Linda al Thirteenth Depository, comunque un discepolo di Moridin. Detto questo, che Taim abbia o non abbia detto alcunche` a Moridin non cambia molto per spiegare la tempistica dell'attacco degli Ash'aman a Rand ed il coinvolgimento degli altri Reietti.

1)Se Taim e` stato zitto (per i vari motivi da voi elencati), l’attacco a Rand arriva non appena le sue intenzioni vengono scoperte.

2) Se Taim non e` stato zitto, l’attacco non dovrebbe comunque arrivare prima: supponiamo che Taim vuoti il sacco con Moridin all’inizio del libro sesto, non appena parlato con Rand, e supponiamo pure che Moridin abbia gia` ricevuto la cour'souvra di Cyndane (immaginando che il tempo in cui Cyndane sia stata trattenuta dai ‘Finn sia uguale a zero in termini cronologici di Randland), giusto per rendere il caso piu` conservatore possibile. Dopo opportune indagini Moridin scopre pertanto che Rand hai i mezzi e la volonta` di pulire Saidin. Siamo in questa ipotesi addirittura all’inizio del sesto libro.

Domanda: e` Rand all’inizio del sesto libro in grado di effettuare la pulizia di saidin, non come capacita` teorica d’incanalare l’unico potere, ma come capacita` pratica, almeno al punto da impensierire Moridin? Non ancora:
– uno, non ha una incalanatrice abbastanza forte di cui si fidi a disposizione (Egwene ed Aviendha non sono ancora forti abbastanza, e ci mettono un bel poco per riprendersi dall’attacco di Lanfear);
- due, non ha altri incanalatori sufficientemente forti a disposizione per proteggerlo se dovesse provarci;
- tre, e` troppo preso dal consolidamento delle sue conquiste;
- quattro – sia a Cairhien che a Caemlyn ci sono sufficienti spie (incalanatori e non) che si prendono cura di Rand e possono comunicare con facilita` con i vari reietti,
- cinque, i contenuti dei colloqui con Fel sono conosciuti a sufficienza da mostrare che i) non hanno ancora portato risultati, cioe` Rand non ha ancora un piano e ii) vanno interrotti (da qui la necessita` di uccidere il vecchietto).

Se anche Rand provasse a usare da solo il SanCarlone per pulire saidin, verrebbe facilmente individuato e neutralizzato – Moridin a questo punto non ha ancora problemi ad incanalare il True Power e puo` facilmente unirsi a Cyndane. La strategia dell’ombra in questo momento e` di infiltrare le forze di Rand, come da istruzioni ricevute da Demandred, e seminare caos, cosa che riuscira` perfettamente in tutto il libro VI e buona parte del VII, in modo da dettare le mosse di Rand (cosa che i Reietti non sono riusciti a fare nel libro IV e V).

Dalla fine del sesto libro alla fine dell’ottavo, Rand e` sotto sorveglianza praticamente continua di Dashiva / Osan'gar (ed anche di Demandred, come ricorda Aran'gar a Demandred in WH), e, soprattutto, deve fronteggiare le ribellioni in Tear, Cairhien e la minaccia di Sammael. Insomma, quando finalmente dispone di incalanatrici sufficientemente potenti da usare ambo le chiavi d'accesso al San Carlone, non viene comunque mai perso di vista per piu` di poche ore, e la sua agenda continua ad essere dettata dall’Ombra. Dopo aver affrontato Sammael, unico a cercare di uccidere Rand tra libro V e IX, ed a venire sconfitto (per intervento diretto di Moridin), Rand e` costretto dai movimenti di truppe dei Seanchan stessi, guidati da Amici delle Tenebre, ad attaccare gli invasori, cosa che fa nuovamente il gioco dell'Ombra (dividere e decimare le forze degli Uomini).

Solo dopo la campagna con i Seanchan, Rand si trova per la prima volta nella posizione di tentare seriamente di pulire Saidin (son passati due libri e mezzo, ma solamente cinque mesi; circa un mese dal primo incontro con Cadsuane) e senza obiettivi immediati che siano conosciuti all’Ombra. E` soltanto questo il momento in cui Moridin rischia di non poter giocare entrambi i lati della scacchiera. Se Moridin avesse scoperto prima le sue carte, correva il pericolo di una alleanza tra Sammael e Demandred (e quindi, potenzialmente. Semirhage e Mesaana) contro Rand. Demandred vuole infatti uccidere Rand, per non rischiare di venire ucciso da un Tenebroso psicopatico che non si fida dei Reietti una volta che la sua protezione sia divenuta inutile. Ma Moridin ha bisogno che Rand elimini Sammael, sia perche` e` un rivale sia per aprire la guerra contro i Seanchan, quindi aspetta a rivelare le intenzioni di Rand.

Una volta rese di dominio pubblico le intenzioni di Rand (da lui o Osan’gar), l’ordine di uccidere o(preferibilmente) catturare Rand e` immediato, cui fan seguito l’attacco dei rinnegati, cui Dashiva si unisce. Solo quando si perdono le tracce di Rand dopo l’attacco a Cairhien, Moridin decide di far rivelare a Cyndane la verita` sulle chiavi d’accesso, in quanto ora il pericolo di un’azione con i Choedan Kal e` immediato e richiede una risposta coordinata. Inoltre, prima Moridin non era ancora Naeblis, quindi non poteva ancora forzare gli altri Reietti all’obbedienza.

Che Moridin scelga di non condividere, con Dashiva e Demandred in primo luogo, e secondariamente con tutti gli altri Reietti, tutta la sua conoscenza delle intenzioni e dei mezzi a disposizione di Rand fin dall’inizio e` tipico di Moridin (che ritiene di avere diritto a tutta l’informazione possibile, ed e` un esperto nel razionarla, come nel prologo del XII) ed in perfetto stile Jordan. Si tratta dell’ennesima dimostrazione degli effetti negativi della mancanza di comunicazione, anche sul lato dei cattivi.