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23/07/2009 23:19
 
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Girando tra le vecchie discussioni ho trovato questa

http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4316045

dove si parla di Ruota del Tempo, delle critiche al ciclo di Jordan e poi si va avanti col parlare in maniera più generica del genere.

E qui viene fuori un'affermazione molto interessante ovvero:


Scritto da: Staurophylaktos 19/02/2007 21.56
Tolkien, dalla sua, non si limita a narrare, ma fa mitopoiesi, e lo fa con una perfezione stilistica che per gli altri è mero miraggio.



Lasciando perdere il discorso sullo stile, che tra l'altro condivido mi interessa molto la mitopoiesi.

Secondo wikipedia [SM=x494568] è La mitopoiesi (dal greco μυθοποίησις "creazione del mito") è un genere narrativo nella letteratura moderna
e nel cinema dove viene creata una mitologia fantastica dall'autore o dal regista.

Secondo me Jordan si avvicina molto a questa forma. La Ruota del Tempo contiene sì temi mitologici (scontro bene male) ma meno archetipi (praticamente solo il Drago rientra nel concetto)

Che ne dite? Oltre alla grandezza del saga siamo di fronte a qualcosa di più, quasi a livello di Tolkien?

-------------
Tai'shar Manetheren.

Los Valdar Cuediyari! Los! Carai an Caldazar! Al Caldazar!
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24/07/2009 09:19
 
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Che tolkien mirasse a creare una "mitologia britannica" è risaputo, e penso siamo tutti d'accordo.

Per quanto riguarda Jordan, devo dire che non saprei. Il cosidetto "world-building" di RJ è spettacolare, sia a livello di dettaglio che di creatività, però alla fine è tutto legato alla trama della vicenda. Ricordiamo che Tolkien al contrario ha inventato attorno a LOTR un'intero retaggio storico, con tanto di annali, report storici, diverse lingue completamente definite, e addirittura un "libro della creazione" (Silmarillon).

Il confine è labile, e forse Jordan lo avrebbe oltrepassato una volta terminata la saga con il dovuto ammontare di tempo, ma purtroppo temo che ci abbia lasciato prima... ci stava arrivando però!


"La migliore carbonara tra la Dorsale del Mondo e l'oceano Arith."

Jain Farstrider
24/07/2009 09:27
 
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Partiamo dall'inizio:

in erà classica il significato di MITO era visto come -un racconto intorno a dei, esseri divini, ed eroi e discese nell'adilà- (Platone, Repubblica); nel Novecento invece questo termine viene usato sia nell'ambito della storia delle religioni sia in quello antropologico e viene assunto o come narrazione e struttura religiosa fondamentale, o come modalità di fondazione delle istituzioni culturali o, infine, come forma di pensiero, come forma ideale, distinta dal pensiero logico o scientifico.

(estratto dalla Garzantina di Filosofia)

Mi permetto inoltre di fare un breve appunto: penso sia assolutamente erroneo parlare di mitopoiesi, come di un fenomeno che riguarda esclusivamente il fantasy; probabilmente sarebbe più giusto affermare che, in tempi attuali, essa è più evidente. Infatti gli stessi miti greci/romani/norreni/indiani etcetc o, ancora, tutti i cicli epici non sono altro che un esempio di mitopoiesi, che, però, è avvenuto certamente in tempi più lunghi.
Platone narra che già Socrate affermasse che i miti derivavano da eventi realmente accaduti e che poi si erano trasformati in qualcosa che univa la realtà alla fantasia.
In età più recente (per farla in breve) il mito ha assunto connotazioni psicologiche, e quindi viene visto come un'espressione dell'inconscio atto a manipolare la realtà oggettiva e da questa manipolazione ne deriva anche l'espressione di una civiltà con i relativi archetipi e valori. Lèvi-Strauss parla addirittura di MITEMI.

Fatta questa enorme premessa c'è una differenza sostanziale tra Tolkien e Jordan...non me ne vogliate, ma Jordan spesso fa copia e incolla da usi/costumi/filosofie di vita che esistono nel mondo, in cui viviamo, o sono esistite: e con questo è riuscito a rendere un mondo di una complessità indubbia, ma cmq non va oltre; Tolkien invece ha inventato sulla base dei miti nordici, ma poi sganciandosene, quindi elaborando egli stesso una realtà parallela, un vero e proprio mondo differente.
E sicuramente questo concetto si avvicina di più al verbo 'poieo', che implica proprio il plasmare qualcosa (un po' come il make in inglese): dal mio punto di vista per mitopoiesi è necessaria un'elaborazione dell'informazione e una successiva riorganizzazione.

Quindi se vogliamo l'innovazione di Tolkien sta proprio nell'aver generato dei miti e dei mitemi (a questo punto), sulla base (ovvia) del mondo e della civiltà in cui viveva (non dimentichiamoci che molti hanno parlato di un razzismo insito in Tolkien, che ovviamente va semplicemente collocato nel periodo storico); a questa elaborazione va aggiunta l'ispirazione dei miti nordici, l'unione/scontro delle due realtà ha dato luogo a qualcosa di diverso e nuovo, in cui abbiamo valori che vanno associati alle religioni monoteistiche (come il bene e il male contrapposti), una visione che nella maggior parte delle religioni politeistiche esiste a sprazzi (io assocerei di più un concetto di CAOS ordinato ad esse). Da notare che io parlere di MITOPOIESI solo in relazione al Silmarillion; il l'SDA infatti non è altro che l'esternazione del mito nella realtà. E' il Silmarillion a proporre l'intricato insieme che forma una civiltà con le relative interpretazioni che possono essere fatte a più livelli. E' sempre nel Silmarillion che troviamo le fondamenta di una nuova cultura.

In Jordan questo per la gran parte non è presente: e io direi che più che il concetto del Drago in sé l'unico elemento realmente mitico è quella della ruota che gira e l'esistenza di un bene e male che si alimentano a vicenda, ma che comunque è stato ripreso, identico, dalle religioni orientali (giainismo, buddismo, taoismo); lo stesso potere in Jordan non è altro che una rispresa semplicistica del TAO, dal quale ha anche copiato il relativo simbolo. E questo perché il mondo di Jordan tipicamente è proprio il nostro, quindi possiamo dire che Jordan ha fatto 'letteratura' (e secondo me questo è indubbio), ma non mitopoiesi: non si puoi fare mitopoiesi quando utilizzi sia come mondo, sia come cultura, quelle del tuo mondo stesso senza la rielaborazione dell'informazione.
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25/07/2009 10:17
 
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Mary ti quoto in pieno [SM=x494586]

Tolkien ha creato un mondo tutto suo, anche se ispirato ai poemi nordici, alla fine come dici tu si è sganciato da essi e ha inventato qualcosa di totalmente nuovo, nn a caso lui è il Padre di quello che poi è diventato il genere fantasy (anche se suona limitativo).
Come ho già detto, Jordan è riuscito a catturare la mia attenzione ed è entrato nel podio dei miei scrittori preferiti xché ha avuto la capacità di creare qualcosa anche lui, infatti ogni popolo e ogni personaggio (a parte quelli femminili) sono ben caratterizzati e per me questo è fondamentale. Anche la Rowling è riuscita a creare un mondo con i romanzi di Harry Potter, ed è proprio questa capacità che distingue i bravi scrittori da quelli mediocri (vedi Paolini o la Troisi).
Detto ciò, per quanto Jordan sia stato bravo in questa creazione, resta comunque lontano anni luce da quello che ha fatto Tolkien. Lui stesso ha definito il suo come una sub-creazione di un mondo già esistente e direi che più di quello che ha fatto lui nn si può fare. E' impossibile andare ancora più a fondo nella cosa e credo che nè Jordan, nè qualsiasi altro scrittore prenda Tolkien come un esempio da superare. Io credo che abbiano il massimo rispetto x il suo lavoro e cerchino di prenderlo come punto di riferimento x creare poi qualcosa di personale, tenendo però ben a mente che nn possono andare oltre e secondo me nn ci tengono nemmeno.
Anche io, che sto scrivendo un "romanzo", prendo Tolkien come spunto, ma anche se ne avessi le capacità, nn mi sognerei mai di inventare qualcosa che vada oltre il suo lavoro, nn solo xché è impossibile, ma anche xché ho un rispetto profondo dello scrittore e dell'uomo che x me deve rimanere al di sopra di tutto.
Se nn siete d'accordo su Tolkien, leggetevi quel capolavoro che si chiama Il Silmarillion ma anche i Racconti Perduti e Ritrovati e gli Incompiuti ecc ecc (c'è un intera History of Middle-Eearth, per nn parlare di tutti i saggi di Tolkien).
Il Signore degli Anelli può essere considerato come un estratto di questa History, come uno dei libri della Bibbia, ed è anch'esso da considerare importante al pari degli altri xché ci dice molto di Tolkien e del suo mondo, anzi sub-mondo.
Ovviamente bisogna avere una mente adatta ma soprattutto un cuore adatto a capire il mondo di Tolkien.


Cmq, leggetevi qualche articolo qui:
http://www.railibro.rai.it/articoli.asp?id=21

[Modificato da SilmaCauthon 25/07/2009 10:24]
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25/07/2009 16:05
 
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Concordo più o meno su tutto tranne che per un particolare.

Non credo sia corretto porre Tolkien come limite massino da non provare a superare. La sfida secondo me sta proprio lì. Ormai è stato scritto più o meno tutto, ogni tanto qualche novità c'è. Tolkien quasi sicuramente è inarrivabile ma che sia così o meno non è mancanza di rispetto provare a fare meglio.

-------------
Tai'shar Manetheren.

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25/07/2009 16:15
 
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Re:
Mat Cauthon, 25/07/2009 16.05:

Concordo più o meno su tutto tranne che per un particolare.

Non credo sia corretto porre Tolkien come limite massino da non provare a superare. La sfida secondo me sta proprio lì. Ormai è stato scritto più o meno tutto, ogni tanto qualche novità c'è. Tolkien quasi sicuramente è inarrivabile ma che sia così o meno non è mancanza di rispetto provare a fare meglio.




No ma nn dico che sia mancanza di rispetto da parte degli altri, assolutamente, quello riguardava solo me. Sono io che l'adoro così tanto che nn riesco nemmeno a pensare di poterlo superare, ovviamente se ne avessi le capacità.


Concordo sul fatto che la sfida stia proprio li, cercare di provare a fare di meglio, è normale, senza lo stimolo di fare qualcosa di meglio e senza uno "sfidante" nn ci si può migliorare e di conseguenza nn si può sperare di ottenere qualcosa di buono.
Quindi è giusto che gli altri ci provino, ma secondo me, x quanto la gente ci provi nn ci riusciranno mai, così come nn puoi andare oltre alla Divina Commedia, ma è una mia opinione, poi chissà tutto è possibile.
[Modificato da SilmaCauthon 25/07/2009 16:18]
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25/07/2009 16:51
 
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penso che la capacità sostanziale che avuto tolkien sia stata
quella di creare sì qualcosa di nuovo, ma a differenza degli
autori che lo hanno seguio,di renderlo non un opera di nicchia
relegata ad un determinato genere letterario, ma un qualcosa
di quasi universale, conosciuto e noto anche ai non fruitori del
genere...

per quanto riguarda l'argomento del topic, secondo me la mitopoiesi
jordaniana è molto incompleta, non si ha infatti mai, come invece
avviene in tolkien, la spiegazione o trattazione della cosmogonia,
ma si centra tutta la sua attenzione sul solo presente della storia
(aggiunge sì qualche citazione al passato, ma molto poche)....

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25/07/2009 17:47
 
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Re:
Dashiva, 25/07/2009 16.51:

penso che la capacità sostanziale che avuto tolkien sia stata
quella di creare sì qualcosa di nuovo, ma a differenza degli
autori che lo hanno seguio,di renderlo non un opera di nicchia
relegata ad un determinato genere letterario, ma un qualcosa
di quasi universale, conosciuto e noto anche ai non fruitori del
genere...

per quanto riguarda l'argomento del topic, secondo me la mitopoiesi
jordaniana è molto incompleta, non si ha infatti mai, come invece
avviene in tolkien, la spiegazione o trattazione della cosmogonia,
ma si centra tutta la sua attenzione sul solo presente della storia
(aggiunge sì qualche citazione al passato, ma molto poche)....





Concordo [SM=x494523]
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18/10/2009 02:13
 
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Scusate se sembro ottuso, ma potete rispiegare con parole semplici la differenza tra worldbuilding e mitopoiesi?


- The best days are still to come - B. Sanderson -
18/10/2009 21:58
 
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Moh ci provo...

Un worldbuilding è quello che fa un autore di fantasy o fantascienza, quando deve costruire l'ambientazione per il suo romanzo.

Mitopoiesi è letteramente "creazione del mito"; quindi diciamo che oltre all'ambientazione propriamente detta, c'è tutta una gamma di altre sfumature da dover determinare. Per esempio Tolkien parla della creazione del mondo, della dispora degli elfi, degli dei, etcetc

Spero di essere stata chiara. [SM=x494554]
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22/10/2009 09:12
 
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Grazie Cupcake per la spiegazione. La differenza e` quindi fondamentalmente di quantita` del materiale di supporto? Se ho note sufficienti a dettagliare un poco di retroscena, sto facendo worlbulding, mentre se creo una storia del mondo dalla creazione fino agli eventi narrati nel libro sto facendo mitopoiesi?

Capisco che per Jordan questo aspetto di creazione del mito sia secondario rispetto alla trama complicatissima. Lui stesso ammetteva di essersi ispirato a diversi miti della storia del mondo reale ed avere mischiato e shakerato il tutto.

Se mi posso permettere, ci sono pero` alcune cose che sono stati dette sulla superiorita` di Tolkien rispetto a Jordan su cui non sono 101% convinto e su cui vorrei la vostra opinione. Prima di lanciarmi in una discussione che fara` infuriare Silma (chiedo umilmente perdono [SM=x494586] ), faccio la doverosa premessa che ho letto (quasi tutti in inglese) Hobbit, SDA, foglia e albero, racconti perduti, ritrovati,... [inserire titolo di pubblicazione edita dal figlio sulla base di poche e confuse note a piacere [SM=x494540] ].. fino ai figli di hurin. Ecco i punti su cui non mi ritrovo:

1) Padri della fantasy novecentesca sono, per me, Burroughs e Rider Haggard. Chi ha reso il genere popolare e` stato Howards, mentre Tolkien ha dato diffusione e dignita` di letteratura seria ad un sottogenere (l'epica o high fantasy) che era andato perso da parecchio tempo. La vera differenza e` che Tolkien non voleva essere un autore di fantasy (mi trattengo dal dire che e` quanto pensa di se anche Terry il Buono ), ma un Autore, ed in modo legittimo viste le sue qualita` accademiche.
2) Non saprei dire quanto Tolkien crei veramente miti nuovi, o copi ed incolli "cambiando i nomi" dai vari cicli nordici. Qualcuno "che ha studiato" mi potrebbe dire quali temi o figure di Tolkien sono originali?
3) Letteratura e` anche stile ed abilita`, e per me leggere Jordan in inglese (per parafrasare [SM=x494642] , Canto Medio) e` piu` soddisfacente che leggere Tolkien (Canto Alto). Il vocabolario di Jordan e` piu` esteso, la capacita` narrativa e` maggiore, ed anche l'uso di allegorie mi pare piu` sofisticato, pur in un registro realista.
4) Ne` Jordan ne` Tolkien sono particolarmente bravi nel definire l'escatologia dei mondi da loro creati, che per me e` la componente primaria del mito. Segno secondo me che nessuno dei due in realta` fa vera mitopoiesi.

Scusate il post molto lungo ed a tratti delirante, e spero che non sembri un attacco a papa` Tolkien!
[Modificato da Swami Holanwanda 22/10/2009 09:13]


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22/10/2009 11:06
 
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Re:
CupCake, 18/10/2009 21.58:

Moh ci provo...

Un worldbuilding è quello che fa un autore di fantasy o fantascienza, quando deve costruire l'ambientazione per il suo romanzo.

Mitopoiesi è letteramente "creazione del mito"; quindi diciamo che oltre all'ambientazione propriamente detta, c'è tutta una gamma di altre sfumature da dover determinare. Per esempio Tolkien parla della creazione del mondo, della dispora degli elfi, degli dei, etcetc

Spero di essere stata chiara. [SM=x494554]




Aggiungo che, secondo me, la vera differenza tra le due operazioni sta nel metodo che viene usato: Jordan si limita a "citare" i miti che usa, ovviamente cambiando i nomi, ma il mito è quello, e lo si riconosce facilmente; mentre Tolkien era andato oltre, i miti li aveva rielaborati, adattandoli alla Terra-di-Mezzo, li aveva resi Suoi, insomma. la grossa differenza tra i due autori è che il secondo aveva creato un intera mitologia per il suo mondo immaginario, mentre RJ si limita ad accenni sparsi nei libri.

C'è anche da dire che il confine tra worldbuilding e Mitopoiesi è molto labile.
Porto l'esempio di jacqueline Carey: il suo mondo immaginario è estremamente simile al nostro, per geografia (basti pensare che la cartina è una cartina dell'Europa), storia e cultura.
La Carey ha preso miti e leggende di popoli e culture di mezza Europa, li ha rielaborati ed inseriti nel suo mondo immaginario. Però il processo di elaborazione non è stato compiuto fino in fondo, dato che l'origine dei vari miti di Terra d'Ange si intuiscono subito (molto più che in Jordan, e credo sia una osa voluta). Però la quantità e la qualità degli stessi impedisce di classificare l'autrice come semplice worldbuilder (per altro bravissima), perché viaggia sul confine...

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Progressi con la Ruota del Tempo: 11/14: Il Pugnale dei Sogni



La Ruota del tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che diventano leggenda.
La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato,
quando ritorna l'Epoca che lo vide nascere.
In un Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un'Epoca ancora a venire, un'Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò sopra [...].
Il vento non era l'inizio. Non c'è inizio ne fine, al girare della Ruota del Tempo.
Ma fu comunque un inizio.


NonCiclopedia:

Un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
- Prete su matrimonio



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22/10/2009 16:03
 
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Re:
Swami Holanwanda, 22/10/2009 9.12:



Prima di lanciarmi in una discussione che fara` infuriare Silma (chiedo umilmente perdono [SM=x494586] ),



Meno male che lo sai [SM=x494540]



1) Padri della fantasy novecentesca sono, per me, Burroughs e Rider Haggard. Chi ha reso il genere popolare e` stato Howards, mentre Tolkien ha dato diffusione e dignita` di letteratura seria ad un sottogenere (l'epica o high fantasy) che era andato perso da parecchio tempo. La vera differenza e` che Tolkien non voleva essere un autore di fantasy (mi trattengo dal dire che e` quanto pensa di se anche Terry il Buono ), ma un Autore, ed in modo legittimo viste le sue qualita` accademiche.



Qui nn si parla di chi ha scritto prima cosa. Ovviamente Tolkien nn è stato il primo scrittore Fantasy, infatti c'è tutta una mitologia nordica e non che nè è la prova.
Nn si parla di questo ma di chi per primo ha creato una letteratura fantastica inserita in un contesto se vuoi veritiero. Ovvero ha creato un mondo ed ha fatto da substrato a quello che poi è diventato il fantasy.



2) Non saprei dire quanto Tolkien crei veramente miti nuovi, o copi ed incolli "cambiando i nomi" dai vari cicli nordici. Qualcuno "che ha studiato" mi potrebbe dire quali temi o figure di Tolkien sono originali?



FERMA TUTTO!!! Tolkien ha fatto un copia e incolla???? Ma stiamo scherzando??? [SM=x494544] [SM=x494544] [SM=x494544]
Tolkien ha preso ispirazione dai cicli nordici, dalla bibbia, dalla cultura celtica, dalle fiabe contemporanee, romanzi, tragedie, ecc e ha "estrapolato" concetti e dettagli e storie che hanno fatto da base x i suoi lavori ma nn ha copiato un bel nulla.
Ti faccio gli esempi dei miei brani preferiti.

-Ainulindale ([SM=x494586]). E' chiaro che il Maestro abbia preso come spunto la bibbia, con la creazione da parte di un Dio (nel suo caso Eru, che in Arda era detto Iluvatar), ma il tutto è NUOVO e UNICO. E' così dettagliato e pieno di vita propria che nn può essere un copia e incolla. Questa è un'offesa bella e buona, chiedi subito scusa non a me ma a Tolkien!!!


-Akallabeth (la caduta di Numenor). Qui Tolkien ha preso spunto da Atlantide e la sua scomparsa (infatti Numenor viene sommersa dal mare) ma anche secondo me (almeno in parte) dalla storia della torre di Babele e la smania degli uomini di voler avvicinarsi a Dio. Certo nel Silmarillion gli Uomini erano adirati con gli dei e volevano muovere loro guerra ma il punto è che in entrambi casi si credono degni di elevarsi alla stessa altezza degli Dei.
Qui abbiamo un'altra ispirazione, ma la copia nn c'è xché Tolkien ha poi inventato e creato ancora una volta qualcosa di suo.


Ad esempio, anche x quanto riguarda gli Ent, Tolkien disse una volta che da ragazzo, mentre leggeva Shakespeare, era rimasto deluso dalla scena del bosco (nn ricordo quale, perdono [SM=x494578] ) che si muoveva, nn ricordo se per andare in battaglia, scusate, la memoria vacilla.
Cmq, siccome nn gli era piaciuto x niente, lui voleva creare un giorno un vero bosco che andava in guerra come si deve, da qui gli Ent. L'albero è un simbolo di eterna rinascita, dell'immortalità, ponte di collegamento tra cielo e terra ed è stato sempre sacralizzato ma anche considerato il mondo stesso. Questo si ha nella mitologia nordica cn l'albero Yggdrasill, l'Albero Cosmico, è chiaro che da qui di storie sugli alberi ne siano venute fuori a migliaia.
A questo punto tu contesti anche la creazione delle lingue elfiche! Ovvio che nulla nasce ex novo, ma è frutto di letture e studi passati e ispirazioni da altre opere e/o mitologie, ma da questa conoscenza, da questa cultura bisogna poi essere in grado di creare, anzi sub-creare, come diceva appunto Tolkien qualcosa di proprio.
Ad esempio, Jordan e la culura nordica: Mat= Odino in tutto e per tutto, non l'ha solo ispirato, questo è copiare.
Poi, ovviamente grazie al contesto della saga Mat ha incarnato un personaggio tutto suo (unico e meraviglioso) ma ciò non toglie che abbia fatto davvero un copia-incolla.





3) Letteratura e` anche stile ed abilita`, e per me leggere Jordan in inglese (per parafrasare [SM=x494642] , Canto Medio) e` piu` soddisfacente che leggere Tolkien (Canto Alto). Il vocabolario di Jordan e` piu` esteso, la capacita` narrativa e` maggiore, ed anche l'uso di allegorie mi pare piu` sofisticato, pur in un registro realista.



Questa è un'altra cosa. Nn puoi mettere a paragone due stili così diversi di scrittori di epoce diverse.
E' ovvio che Jordan è più soddisfacente se vuoi dirla così (x me no, ma capisco cosa vuoi dire), lui scrive in modo moooolto più semplice di Tolkien. E' come dire che King scrive meglio di Poe, nn si può dire, sono scrittori di due epoche diverse che x forza di cose nn possono scrivere allo stesso modo.
Ovviamente leggere King è più leggero e più capibile, così come Jordan, in questo senso è soddisfacente.



4) Ne` Jordan ne` Tolkien sono particolarmente bravi nel definire l'escatologia dei mondi da loro creati, che per me e` la componente primaria del mito. Segno secondo me che nessuno dei due in realta` fa vera mitopoiesi.



Questa nn l'ho capita, se ma la rispieghi...



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Re: Re:
Aiuto, mi sono incasinato nel quote, adesso riprovo...
[Modificato da Swami Holanwanda 24/10/2009 06:14]


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1) Padri della fantasy novecentesca sono, per me, Burroughs e Rider Haggard...




Qui nn si parla di chi ha scritto prima cosa... ha creato un mondo ed ha fatto da substrato a quello che poi è diventato il fantasy.



Nel thread e` stato detto che Tolkien e` il padre della fantasy, ed io ho replicato che in realta` puo` essere considerato il padre nell'era moderna solo di un sottogenere - l'epica. Stavo solo ridimensionando (ti prego non [SM=x494575] ) l'importanza del suo ruolo ad un genere specifico.



2) Non saprei dire quanto Tolkien crei veramente miti nuovi, o copi ed incolli "cambiando i nomi" dai vari cicli nordici. Qualcuno "che ha studiato" mi potrebbe dire quali temi o figure di Tolkien sono originali?




FERMA TUTTO!!! [...] A questo punto tu contesti anche la creazione delle lingue elfiche! Ovvio che nulla nasce ex novo, ma è frutto di letture e studi passati e ispirazioni da altre opere e/o mitologie, ma da questa conoscenza, da questa cultura bisogna poi essere in grado di creare, anzi sub-creare, come diceva appunto Tolkien qualcosa di proprio.
Ad esempio, Jordan e la culura nordica: Mat= Odino in tutto e per tutto, non l'ha solo ispirato, questo è copiare.
Poi, ovviamente grazie al contesto della saga Mat ha incarnato un personaggio tutto suo (unico e meraviglioso) ma ciò non toglie che abbia fatto davvero un copia-incolla.



Se capisco bene, (perdonami il paragone da cucina) stai dicendo che Tolkien con i suoi ingredienti fa una frittata (cioe` tramite cottura arriva a qualcosa di diverso dalla somma delle parti) mentre Jordan con i suoi ingredienti fa un'insalata (cioe` tutti gli ingredienti mantengono il proprio stato, e si tratta di una semplice somma delle parti). Come ho detto, non sono un esperto di cicli nordici, quindi mi fido di te "che hai studiato" e ti do ragione. Ma posso dire almeno che, per un profano, le situazioni di Tolkien creano certamente degli "echi" di varie leggende familiari? La parte piu` originale e` certo l'elaborazione del linguaggio elfico (ma non vale, era praticamente il suo mestiere ). OT - il bosco era quello di Birnam nel Macbeth.



3) Letteratura e` anche stile ed abilita`, e per me leggere Jordan in inglese (per parafrasare , Canto Medio) e` piu` soddisfacente che leggere Tolkien (Canto Alto). Il vocabolario di Jordan e` piu` esteso, la capacita` narrativa e` maggiore, ed anche l'uso di allegorie mi pare piu` sofisticato, pur in un registro realista.




Questa è un'altra cosa. Nn puoi mettere a paragone due stili così diversi di scrittori di epoce diverse.
E' ovvio che Jordan è più soddisfacente se vuoi dirla così (x me no, ma capisco cosa vuoi dire), lui scrive in modo moooolto più semplice di Tolkien. E' come dire che King scrive meglio di Poe, nn si può dire, sono scrittori di due epoche diverse che x forza di cose nn possono scrivere allo stesso modo.
Ovviamente leggere King è più leggero e più capibile, così come Jordan, in questo senso è soddisfacente.



Quello che sto cercando di dire e` che Jordan, pur scrivendo in un registro meno alto, e` per me uno scrittore piu` raffinato di Tolkien (adesso Silma mi fa bannare dal forum [SM=x494566] ). Non penso tanto al Signore degli Anelli (penso anche tu converrai che come complessita` di trama e tensione narrativa non e` il massimo?) quanto al Silmarillion. Tolkien ha tutti gli strumenti intellettuali per creare una narrazione di alto valore letterario, ma, secondo me, compone un'opera manieristica (uso il termine come viene impiegato in storia dell'arte) che si rifa a stilemi e lemmi della letteratura inglese medioevale, di grande spessore tecnico ma scarsa capacita` di coinvolgimento emotivo. Jordan scrive in una prosa eccellente (va bene, esclusi larghi tratti di libro VIII, IX e X dove e` semplicemente ripetitiva [SM=x494534] ) che ad un livello semplice di lettura muove possenti emozioni (cosa che a Tolkien manca), ma mantiene livelli profondi di simbolismo (da buon massone quale era) almeno pari a quelli di Tolkien. Tolkien = mimetico, Jordan = catartico. Mia umile opinione [SM=x494565] .



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Sull'escatologia: un tratto comune alle vere "mitologie" (almeno quelle occidentali) e` che trattano sia della cosmogonia, sia degli "ultimi giorni"(escatologia), cioe` della fine del mondo / del destino del genere umano / della vita dopo la morte. Sono insomma risposte alle grandi domande della vita - da dove veniamo, dove andiamo, cosa c'e` stasera per cena.

Questo e` probabilmente connaturato al fatto che quello che noi chiamiamo mitologia era, per chi a quella cultura apparteneva, religione.
Ad esempio:
Antica Grecia - Campi Elisii o Tartaro- ascensione degli eroi al rango di dei o semidei - e vissero per sempre felici e contenti;
Civilta` nordiche - Vita nel Valhalla dei virtuosi + partecipazione al Ragnarok + lupo cattivo che si mangera` tutto il mondo alla fine del tempo;
Bibbia (spero nessuno si offenda se inserisco la Bibbia a questo punto della discussione delle mitologie)- Armageddon, giudizio universale, Paradiso per i buoni, niente nutella per i bimbi cattivi.

In Jordan, nulla sappiamo degli scopi del creatore, ed il tempo e` visto come circolare, senza un vero punto d'arrivo.
In Tolkien, sappiamo che il destino degli Elfi e` di ritornare ad Ovest, ma della vita oltre la morte (umana o degli Elfi) a memoria ricordo solo un discorso di Gandalf su campi d'erba verde.

Insomma, anche se e` presente il concetto di redenzione in ambo le opere, non sappiamo in cosa credano e sperino gli abitanti di Ea e Randland. Quindi non c'e` creazione di mito simile al vero, ma solo di cosmogonia o di worlbuilding (come diceva Coligne, il confine e` labile).

Oddio, e` di nuovo tardi e mi sono lasciato trasportare dalla foga. Chiedo scuse per eventuali boiate.


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24/10/2009 13:24
 
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Re:
Swami Holanwanda, 24/10/2009 5.40:





Se capisco bene, (perdonami il paragone da cucina) stai dicendo che Tolkien con i suoi ingredienti fa una frittata (cioe` tramite cottura arriva a qualcosa di diverso dalla somma delle parti) mentre Jordan con i suoi ingredienti fa un'insalata (cioe` tutti gli ingredienti mantengono il proprio stato, e si tratta di una semplice somma delle parti). Come ho detto, non sono un esperto di cicli nordici, quindi mi fido di te "che hai studiato" e ti do ragione. Ma posso dire almeno che, per un profano, le situazioni di Tolkien creano certamente degli "echi" di varie leggende familiari? La parte piu` originale e` certo l'elaborazione del linguaggio elfico (ma non vale, era praticamente il suo mestiere ). OT - il bosco era quello di Birnam nel Macbeth.






Oddio se ci metti in mezzo la cucina nn ci capisco niente, cmq sorvoliamo [SM=x494540]
Quello che dici sugli echi è l'espressione giusta a mio avviso, ma è molto diverso da quello che dicevi prima sul copia e incolla.



3) Letteratura e` anche stile ed abilita`, e per me leggere Jordan in inglese (per parafrasare , Canto Medio) e`

Quello che sto cercando di dire e` che Jordan, pur scrivendo in un registro meno alto, e` per me uno scrittore piu` raffinato di Tolkien (adesso Silma mi fa bannare dal forum [SM=x494566] ). Non penso tanto al Signore degli Anelli (penso anche tu converrai che come complessita` di trama e tensione narrativa non e` il massimo?) quanto al Silmarillion. Tolkien ha tutti gli strumenti intellettuali per creare una narrazione di alto valore letterario, ma, secondo me, compone un'opera manieristica (uso il termine come viene impiegato in storia dell'arte) che si rifa a stilemi e lemmi della letteratura inglese medioevale, di grande spessore tecnico ma scarsa capacita` di coinvolgimento emotivo. Jordan scrive in una prosa eccellente (va bene, esclusi larghi tratti di libro VIII, IX e X dove e` semplicemente ripetitiva [SM=x494534] ) che ad un livello semplice di lettura muove possenti emozioni (cosa che a Tolkien manca), ma mantiene livelli profondi di simbolismo (da buon massone quale era) almeno pari a quelli di Tolkien. Tolkien = mimetico, Jordan = catartico. Mia umile opinione [SM=x494565] .




Si, il SdA ha una trama molto più lineare e meno complessa di quella di Jordan, su questo ti dò ragione.
Ma in Tolkien nn è tanto la trama che conta, quanto il mondo che c'è dietro, infatti anche nel SdA c'è tutto un richiamo ad altro (Il Silmarillion e co.) che andrebbe approfondito x gustarsi meglio anche il SdA stesso. Cmq questa è un'altra cosa.

Nn sono invece d'accordo quando dici che è di scarso coinvolgimento emotivo, anzi direi che ce n'è veramente tanto.
Io credo che il SdA (e nn solo) pochi lo capiscono dal punto di vista "spirituale". Infatti se lo ami, lo ami proprio x quello che ti dà, visto che la trama è molto lineare.
Io ad esempio lo adoro x quello che mi fanno sentire Frodo,Gollum e Sam (soprattutto Frodo, il mio personaggio preferito). Quello che c'è dietro come significato è molto più profondo di quello che dà Jordan, xché questo è quello che voleva dare Tolkien, mentre Jordan e direi tutti gli scrittori fantasy moderni quanto meno, scrivono senza voler dare una sorta di significato, valore morale ecc Che poi lo diano lo stesso è un altro discorso.
Io mi emoziono cn Jordan comunque, questa è una cosa soggettiva e nn si può discutere xché ognuno si emoziona e sente cose diverse dagli altri (meno male!!!). Però un dato obiettivo c'è: la spiritualità che si intravede in Tolkien proprio x i suoi riferimenti mitologici che richiamano spesso argomenti religiosi, è palese e indiscutibile.
Senza voler offendere nessuno ma penso Tolkien e il SdA in particolare nn sia per tutti. Ma nn per la sua difficoltà di lettura, proprio x il suo significato profondo che viene "registrato" da persone che hanno una sensibilità forse maggiore, nn so come spiegarla...ho notato che tutti coloro che amano profondamente il SdA lo amano x un motivo preciso, ovvero x quello che rappresenta la storia: il tutto è improntato sul sacrificio e la perdita di qualcosa di sè stessi x un bene superiore. E' un argomento fortemente biblico. Io nn sono religiosa (anchio vedo la bibbia come un meraviglioso libro mitologico, fantasy addirittura), ma ciò nn toglie che affronta degli argomenti di vita importanti e molte volte giusti e che faccia pensare. Allo stesso modo anche solo il SdA affronta questi argomenti. E' difficile da spiegare, io nn sono la persona adatta xché nn sono esperta, ma una volta sono stata a una conferenza su Tolkien e ho sentito parlare Gulisano che ha fatto un intervento che mi ha toccato il cuore, e parlava di Frodo in un modo che credevo di vedere solo io. Nn tutti capiscono quel personaggio, molti lo vedono come uno sfigato xché nn capiscono il significato che c'è dietro. E questo vale x Frodo come x tutto il romanzo e tutto Tolkien.
Io mi commuovo tutte le volte che leggo il SdA sempre, quindi nn puoi dire che nn ci sia coinvolgimento emotivo.





In Jordan, nulla sappiamo degli scopi del creatore, ed il tempo e` visto come circolare, senza un vero punto d'arrivo.
In Tolkien, sappiamo che il destino degli Elfi e` di ritornare ad Ovest, ma della vita oltre la morte (umana o degli Elfi) a memoria ricordo solo un discorso di Gandalf su campi d'erba verde.

Insomma, anche se e` presente il concetto di redenzione in ambo le opere, cosa credano e sperino gli abitanti di Ea e Randland. Quindi non c'e` creazione di mito simile al vero, ma solo di cosmogonia o di worlbuilding (come diceva Coligne, il confine e` labile). non sappiamo in



Invece lo sappiamo eccome! Sia in Tolkien che in Jordan.
In Jordan c'è il Creatore e il Tenebroso e tutti quelli che nn credono nel T, almeno apparentemente credono nel Creatore e nella Luce, infatti tutti usano espressioni come "Se la Luce vorrà" ecc

In Tolkien abbiamo gli Elfi che ovviamente credono negli Dei ad Ovest, in quanto hanno le prove LOL e gli Uomini che credono in parte agli dei ad Ovest e altri che nn ci credono xché come alcuni di noi sono atei, xché nn hanno le prove.



[Modificato da SilmaCauthon 24/10/2009 13:25]
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25/10/2009 21:08
 
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Re: Re:
Dai, che almeno una frittata la so fare perfino io [SM=x494535] .

“Senza voler offendere nessuno ma penso Tolkien e il SdA in particolare nn sia per tutti. Ma nn per la sua difficoltà di lettura, proprio x il suo significato profondo che viene "registrato" da persone che hanno una sensibilità forse maggiore, nn so come spiegarla...”

Nessuna offesa, non pretendo di avere una sensibilita` particolare, anzi,
Spoiler! un film di qualche anno fa
[SM=x494601]

Facezie a parte, concordo che Tolkien non sia per tutti. Ma hai mai considerato che la stessa cosa valga per Jordan? Prova a pensare, visto che citi il personaggio di Frodo, a Rand ed alla sua evoluzione dal libro II in avanti (dove Rand e Frodo sono in posizione quasi perfettamente simmetrica), ed ai concetti, da te sottolineati, di sacrificio e di perdita di se stessi per un bene maggiore. Prova a vedere oltre i lustrini e la trama che Jordan ci mette davanti, e quello che ti resta e` una vicenda cupa e dolorosa, quasi angosciante, che sta muovendo verso un fallimento amarissimo
spoiler minore The Gathering Storm
. C’e` la tensione morale ed etica del SDA, ma e` nascosta molto bene da Jordan dietro una facciata (la trama) gia` impegnativa di suo.

Per questo ho detto che leggere Jordan e` + soddisfacente, individuare i significati profondi e` molto difficile pur se usa un registro di prosa e non di epica.
spoiler libro VI

La mia critica in questo senso e` che negli ultimi libri di Jordan la capacita` di creare questo sistema di livelli multipli di significato si e` molto diluito.

“Invece lo sappiamo eccome! Sia in Tolkien che in Jordan.
In Jordan c'è il Creatore e il Tenebroso e tutti quelli che nn credono nel T, almeno apparentemente credono nel Creatore e nella Luce, infatti tutti usano espressioni come "Se la Luce vorrà" ecc
In Tolkien abbiamo gli Elfi che ovviamente credono negli Dei ad Ovest, in quanto hanno le prove LOL e gli Uomini che credono in parte agli dei ad Ovest e altri che nn ci credono xché come alcuni di noi sono atei, xché nn hanno le prove.”


Si, ma, in concreto, in cosa crede la persona normale di Randland? Cosa succede alle anime delle persone (non degli eroi del Corno) dopo la morte? Tutti rinascono (come pensa Rand) o solo qualcuno (i buoni? i cattivi che si devono purificare)? Cosa spinge le persone a comportarsi bene anziche` male? E da chi e` definito il bene ed il male? Dalle Aes Sedai? Dall’Ajah Grigio Perla [SM=x494586] ? (Parziale rettifica di quanto ho scritto in precedenza: in realta` di escatologia in Jordan se ne trova parecchia piu` che in Tolkien, ma non ha una funzione "mitica" quanto funzionale all'allegoria che Jordan vuole narrare),

Stessa domande per Tolkien, ed in piu`: ma gli Hobbit hanno l’anima? E dove finiscono gli Hobbit defunti? C’e` un paradiso? Ci servono lo spuntino pomeridiano? E il prosciutto con l’osso? E pinte di birra [SM=x494559] ?

PS - OT Avevo elencato la Bibbia perche` stavo dicendo che noi pensiamo “mitologie”, ma per quelle culture erano religione. E quindi ho inserito la Bibbia per mostrare caratteristiche comuni a religioni presenti e passate. Io non sono particolarmente ateo, penso tutto sommato di essere... moderatamente religioso (forse si`, forse no?).

PS2 - Originariamente, avevo posto una domanda: “Non saprei dire quanto Tolkien crei veramente miti nuovi, o copi ed incolli "cambiando i nomi" dai vari cicli nordici. Qualcuno "che ha studiato" mi potrebbe dire quali temi o figure di Tolkien sono originali?”. Al che tu mi ha risposto citando tre casi specifici, ed io, dandoti ragione [SM=x494523] , ho rimarcato che gli “echi” sono molto forti. Onestamente, non mi sembra di avere cambiato idea. Approfondire e capire quanto e` eco e quanto e` creazione autoriale originale non lo faro` perche` a) sono pigro b) sono un fan di [SM=x494609] + che di Tolkien c) sono pigro d) sono pigro (l'avevo gia` detto?) [SM=x494598] .
[Modificato da Swami Holanwanda 26/10/2009 03:37]


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03/11/2009 11:08
 
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Re: Re: Re:


Nessuna offesa, non pretendo di avere una sensibilita` particolare, anzi,
Spoiler! un film di qualche anno fa
[SM=x494601]



Io sono pure vegetariana [SM=x494540]



Facezie a parte, concordo che Tolkien non sia per tutti. Ma hai mai considerato che la stessa cosa valga per Jordan? Prova a pensare, visto che citi il personaggio di Frodo, a Rand ed alla sua evoluzione dal libro II in avanti (dove Rand e Frodo sono in posizione quasi perfettamente simmetrica), ed ai concetti, da te sottolineati, di sacrificio e di perdita di se stessi per un bene maggiore. Prova a vedere oltre i lustrini e la trama che Jordan ci mette davanti, e quello che ti resta e` una vicenda cupa e dolorosa, quasi angosciante, che sta muovendo verso un fallimento amarissimo
spoiler minore The Gathering Storm
. C’e` la tensione morale ed etica del SDA, ma e` nascosta molto bene da Jordan dietro una facciata (la trama) gia` impegnativa di suo.




Ma io nn ho mai detto che in WoT nn ci siano riflessioni morali.
Su Rand e Frodo concordo in pieno con te, infatti Rand è il mio personaggio preferito dopo Mat (Mat è Mat [SM=x494540]) e l'adoro proprio xché mi ricorda Frodo [SM=x494523]
Solo che in Tolkien tutto è una riflessione morale e spirituale. Nonostante lui abbia sempre detto di voler solo scrivere una storia (parlo del SdA) quello che ne è venuto fuori è comunque molto più profondo e vuole insegnare qualcosa (nn Tolkien ma la storia in sè). Nn puoi leggere il SdA (e il Silmarillion) senza riflettere su certi aspetti. In Jordan questo avviene ma in pochi casi, ma nn è una cosa negativa. Insomma Jordan nn credo che abbia mai avuto pretese e volesse scrivere qualcosa con un significato profondo alla base che lasciasse le persone a riflettere (così come nn voleva farlo Tolkien, continuo a ribadire). Jordan era un fisico nn un esperto linguista e mitologia come Tolkien, quindi è chiaro che la sua storia ha un'impronta diversa.
Anche se Tolkien è partito con una "semplice" storia da narrare, x via delle sue conoscenze ha fatto qualcosa di più. Jordan nn avendone di cose radicate nn ha potuto (e di sicuro nn ha voluto) creare qualcosa di più difficile da comprendere. Bada bene, io nn critico Jordan, se nn mi piacesse nn sarei qui, dico solo che ha un registro diverso, più semplice da un certo punto di vista, ma questo nn vuol dire che sia un male.
Sono due autori diversi che nn possono essere paragonati come qualsiasi altri autori di epoche diverse.
So bene che Tolkien è difficile da digerire, sono la prima a dire che nn ti puoi mettere lì a leggere due righe in relax senza rischiare di annoiarti, soprattutto se pensi all'inizio del SdA . Infatti molti amano leggere la Troisi, o Paolini per dire, gente che nn è nulla in confronto ma che giustamente essendo più "digeribili" e semplici da leggere sono maggiormente apprezzati.
La gente ha bisogno di cose semplici xché la vita è dura e considera un libro un modo x svagarsi, nn a caso i libri più letti sono thriller e/o romanzi leggeri (te lo dico da libraia [SM=x494541] ). Io (e immagino anche tu) considero un libro qualcosa di più che un semplice svago. Se nn ho un libro da leggere vado in crisi [SM=x494540]
Inoltre il SdA in particolare x me ha un significato molto profondo, mi ha letteralmente cambiato la vita e Tolkien è x me al di sopra di ogni persona abbia mai incontrato. So che può sembrare assurdo e probabilmente, se nn l'hai già fatto, mi prenderai x pazza, ma io adoro quell'uomo, è come un nonno x me.
Cmq, tornando alla gente e ai libri...
Jordan ha una complessità di trama maggiore di Tolkien, su questo nn posso discutere, ma Tolkien nn voleva creare qualcosa di così complesso con intrighi e altro come ha fatto Jordan, così come Jordan nn voleva creare un submondo come ha fatto Tolkien. Magari se Tolkien avesse voluto avrebbe fatto un gran lavoro, considerando i dettagli delle trame che ha creato nei Racconti e Silmarillion. Cmq, nn l'ha fatto e dobbiamo guardare i fatti.
Jordan ha una trama più complessa ma meno difficile da capire.
Tolkien (nel SdA)ha una trama meno complessa ma più difficile da interpretare.
Due cose diverse, a uno piace più una cosa, a un altro l'altra.
La cosa obiettiva e indiscutibile però è che Tolkien ha un livello di scrittura superiore, cn le sue conoscenze e capacità da professore di lingua.
Poi che piaccia più Harry Potter (che tra l'altro io adoro) è ovvio.
Un altro esempio.
Conosci Terry Brooks?
A me piace molto, quanto meno i vecchi libri, anche se nn ha un livello eccelso di scrittura (inteso sia come trama che scrittura vera propria).
Cmq, rispetto a Jordan è molto più leggero e molto più in basso come livello, ma di sicuro piace di più alle persone (in media) che Jordan. Questo xché è semplice da leggere e spensierato se vuoi, o come dici tu soddisfacente.
Così come Jordan lo è rispetto a Tolkien.






Si, ma, in concreto, in cosa crede la persona normale di Randland? Cosa succede alle anime delle persone (non degli eroi del Corno) dopo la morte? Tutti rinascono (come pensa Rand) o solo qualcuno (i buoni? i cattivi che si devono purificare)? Cosa spinge le persone a comportarsi bene anziche` male? E da chi e` definito il bene ed il male? Dalle Aes Sedai? Dall’Ajah Grigio Perla [SM=x494586] ? (Parziale rettifica di quanto ho scritto in precedenza: in realta` di escatologia in Jordan se ne trova parecchia piu` che in Tolkien, ma non ha una funzione "mitica" quanto funzionale all'allegoria che Jordan vuole narrare),

Stessa domande per Tolkien, ed in piu`: ma gli Hobbit hanno l’anima? E dove finiscono gli Hobbit defunti? C’e` un paradiso? Ci servono lo spuntino pomeridiano? E il prosciutto con l’osso? E pinte di birra [SM=x494559] ?



Nn so bene in Randland, ma di sicuro nella Terra di Mezzo si sa dove vadano a finire le persone, com'è strutturato l'aldilà e chi ci va e chi nn ci va. Ma l'hai letto il Silmarillion scusa??? Leggi i Racconti Ritrovati, lì c'è una spiegazione perfetta dei regni di Mandos e tutto l'aldilà!!!




PS - OT Avevo elencato la Bibbia perche` stavo dicendo che noi pensiamo “mitologie”, ma per quelle culture erano religione. E quindi ho inserito la Bibbia per mostrare caratteristiche comuni a religioni presenti e passate. Io non sono particolarmente ateo, penso tutto sommato di essere... moderatamente religioso (forse si`, forse no?).

PS2 - Originariamente, avevo posto una domanda: “Non saprei dire quanto Tolkien crei veramente miti nuovi, o copi ed incolli "cambiando i nomi" dai vari cicli nordici. Qualcuno "che ha studiato" mi potrebbe dire quali temi o figure di Tolkien sono originali?”. Al che tu mi ha risposto citando tre casi specifici, ed io, dandoti ragione [SM=x494523] , ho rimarcato che gli “echi” sono molto forti. Onestamente, non mi sembra di avere cambiato idea. Approfondire e capire quanto e` eco e quanto e` creazione autoriale originale non lo faro` perche` a) sono pigro b) sono un fan di [SM=x494609] + che di Tolkien c) sono pigro d) sono pigro (l'avevo gia` detto?) .





Risposta PS1-Ho capito cosa volevi dire vai tra

Risposta PS2-So che sei più un fan di Jordan che di Tolkien, l'avevo intuito
Cmq nn si tratta di essere o nn essere fan se parliamo di cose obiettive
Capisco anche che se uno nn è un fan accanito nn abbia voglia di documentarsi, ma se nn ti documenti rimembra che nn puoi a) cambiare mai idea; b) dare un'opinione corretta
[Modificato da SilmaCauthon 03/11/2009 11:13]
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