The Long Price Quartet - Daniel Abraham

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Someshta The Green Man
00lunedì 11 aprile 2011 23:04
La Città dei Poeti (traduzione italiana del 2008 dall'originale A Shadow in Summer, primo libro di una tetralogia) è un breve romanzo fantasy in cui la storia gira attorno alla fiorente città di Saraytech (una delle città stato sede dei Khaiem, governatori che basano il successo economico e il potere bellico sul controllo degli 'andat', spiriti ancestrali vincolati in forma umana da uomini specializzati nella padronanza del potere di dare materia ai pensieri, i poeti) e ai personaggi che parte dall'elemento di questa arte magica (piuttosto trattata nel corso della storia, anche perchè è il fulcro di tutto) senza però eccedere nelle scene in cui questo è coinvolto (le scene 'soprannaturali' sono ben poche) e tessendo una trama efficace (con ampi spunti) attorno un poeta, un apprendista, un sorprendente operaio, un supervisore donna di una casata commerciale, un imprenditore straniero, un andat e un'apprendista supervisore, che si trovano ad affrontare un intrigo dai risvolti inaspettati. La storia spazia in qualche mese, e i personaggi sono delineati davvero bene (limitatamente a quello che si trovano a fare, ma in modo notevole, e a tratti la costruzione mi è sembrata quasi Jordaniana. Vi invito vivamente a capire il perchè!) e il loro background risulta fondamentale nel momento in cui si trovano a dover affrontare le difficoltà e a prendere in mano le redini del proprio futuro dopo ciò che avviene nella città, e già dopo la fine del libro si ha la sensazione che gli orizzonti, un po' per tutti, incominciano ad allargarsi.
Someshta The Green Man
00mercoledì 13 aprile 2011 11:11
Mi sono arrivati i due libri in formato omnibus della tetralogia. Ho notato con piacere che nell'edizione originale c'era una cartina (fondamentale, a mio parere) bellamente assente nell'edizione italiana. [SM=x494544]
Thulir
00giovedì 19 maggio 2011 22:49
Re:
L'ho notato quasi per caso nel catalogo fanucci. La storia mi intriga, anche se la modesta fama dell'autore e del libro non mi convincono del tutto. Tu cosa ne pensi? Dalla tua recensione sembra che ti sia piaciuto, secondo te quali sono i maggiori difetti/pregi? [SM=x494541]
Someshta The Green Man
00giovedì 19 maggio 2011 23:16
Mi è piaciuto davvero molto. Dall'inizio alla fine. Breve, mai impolloso, sempre dritto al punto senza svicolamenti e/o barbatrucchi/salti di trama che si capiscono poco/deus ex machina. La storia è fondamentalmente umana con l'elemento 'magico' centellinato, a volte, anche perchè incentrato solo su un paio di persone (ci sono altri personaggi che sono apprendisti dell'arte del vincolo degli andat che però non si sono ancora 'esibiti') ma su di esso si fonda comunque tutto. E il fatto che prosegua in altri tre libri fa pensare che possa ampliarsi notevolmente il discorso. C'è ironia, c'è romanticismo, c'è intrigo, non è volgare ed è descrittivo quanto basta per immaginarsi i luoghi e i personaggi, che sono caratterizzati davvero bene. Già alla fine del primo libro compare un interesse quasi angoscioso per conoscere come ciascuno andrà a finire nelle strade intraprese (la situazione, alla fine, precipita!)
Non credo abbia difetti sostanziali, a parte un prologo (fondamentale però per il resto) che però ha in sè qualcosa di non perfettamente riuscito (non si riesce a familiarizzare abbastanza con il contesto da cui parte, che lo si abbandona, e senza un gran pathos. Ma credo che ci si ritornerà...). La storia scorre via veloce, non ha particolari lati oscuri, si alterna tra 4-5 personaggi in pov non troppo lunghi, e rimane sempre credibile. Da un certo punto di vista è innovativo e originale. Anzi, questo è il maggior pregio, nella semplicità del resto.
Sì, in Italia non è conosciuto, credo. Un difetto conseguente è che la Fanucci non ha in programma di proseguire con la traduzione (me lo ha comunicato per mail su mia richiesta. Dopodichè, allora, me li sono procurati da oltremanica e spero presto di poter continuare con il secondo volume [SM=x494523] ).
Thulir
00venerdì 20 maggio 2011 20:08
Re:
Infatti era questa la mia preoccupazione maggiore: la fanucci non ha in intenzione di pubblicare gli altri e sinceramente in inglese non sono capace di godermeli i fantasy. [SM=x494525] [SM=x494525]
Ma lo stile com'è? Un pò jordiano, un pò più ricercato tipo Martin oppure piuttosto semplice e lineare?

Someshta The Green Man
00venerdì 20 maggio 2011 20:43
Martin mi manca. Lo stile narrativo è più semplice di Jordan, ma introspezione simil-Jordaniana. Quasi (se possibile) il Jordan di Nuova Primavera (un Jordan diverso dal solito, più svelto ed essenziale). L'intreccio non è certo paragonabile a qualcosa di possibile solo in un mondo come la Ruota, ma rimane comunque davvero apprezzabile, considerata la mole decisamente più abbordabile del volume.
Someshta The Green Man
00martedì 27 dicembre 2011 15:16
Con il secondo volume ci si sposta decisamente sia nei luoghi che nel tempo. I personaggi principali sono quasi tutti sempre presenti, ma in nuove città, e cresciuti, ognuno con il proprio carico di fantasmi alle spalle. Mentre di alcuni comprimari (anche importanti) nella storia precedente i nostri non ne sanno più nulla (e c'è grande curiosità per la loro ricomparsa, dato che sono comunque piuttosto legati sentimentalmente ai primi).
Complessivamente si fa tutto molto più interessante perchè si vola dritti ai luoghi del passato di Otah, ma dall'interno, presentando vari personaggi davvero notevoli e perfettamente delineati, che scopriranno glorie e dolori, e dai quali lui e il suo futuro, inevitabilmente, dipenderanno.
L'autore mi continua a sembrare bravo nel delineare e sviluppare in un numero di pagine contenuto, rispetto a quello a cui sono abituato, una trama complessa in un mondo ben caratterizzato nelle sue peculiarità, e senza mai peccare di scarsa coerenza, essendo tutto molto realistico (anche se, certi eventi che accadono ad Otah, hanno dell'incredibilmente fortunoso, ma in realtà è lui ad essere, in questo caso, prima vittima degli eventi e poi, quasi miracolosamente, artefice del proprio destino, ma lui stesso ne è consapevole, segno che questo è volutamente parte della trama).
Come personaggi, ho adorato sia il nuovo poeta che ci viene presentato sin dall'inizio, sia il suo andat (tutto il contrario di Senzasemi, mannaggia a lui...), oltre ad altre gradevoli comparse (o forse, in futuro, anche qualcosa di più...)
Tra l'altro, il lato più prettamente fantasy-soprannaturale compare solo tre volte (anche se, potenzialmente, potrebbe essere molto più utilizzato): segno che non è solo questo l'aspetto che lo scrittore ci vuole presentare, ma è soprattutto la tematica umana, a tratti tanto ineluttabile quanto drammatica, ad essere al centro di questo low-fantasy ben scritto.
Ammetto, però, che è stata una strana sensazione riprendere le storie di personaggi piuttosto cambiati (per l'età), e ho fatto un po' fatica ad immaginarmeli. Anche perchè mai avrei pensato che, in tutti questi anni, ad alcuni di loro le cose, umanamente e professionalmente parlando, sarebbero andate così male (Maati...). Però, e soprattutto per questo aspetto, non ho avuto nessuna difficoltà ad affezionarmici ancora di più!
Insomma, mi è piaciuto anche più del primo, soprattutto per la delicatezza con cui alcuni risvolti umani sono trattati. La trama si sviluppa inevitabilmente a beneficio della prossima puntata, che così, visti i precedenti, può ripartire da un qualsiasi personaggio e condurci ancora a quelli che conosciamo. Gradevolissimo (e dalle dinamiche inaspettate, non certo come risultato) il finale!
Someshta The Green Man
00lunedì 23 aprile 2012 19:31
Il terzo libro fa un altro salto temporale, e ci mostra i personaggi molto più adulti e inseriti nel contesto di Machi, dove le famiglie si sono allargate e alcuni personaggi ritornano a fare inaspettatamente capolino nella vita dei protagonisti, rompendo un po' gli equilibri. Al contrario del secondo libro, non ho praticamente avuto difficoltà a 'ambientarmi' nelle loro nuove vite.
Ma è dal nemico storico dei kahiem che si prospetta l'ennesima minaccia, la più feroce e funesta, sottoforma di un generale Galt davvero ben caratterizzato (gran personaggio, questo Balasar) la cui storia parte da molto lontano e ha sapori esotici.
I ritmi si fanno incalzanti, e i drammi si moltiplicano fino al finale sorprendente (l'autore inserisce sempre un colpo a effetto, che è il culmine, di fatto, di tutta la tragedia ed ha terribili conseguenze, senza cercare scene scenografiche, anche se qui si arriva ad uno scontro bellico piuttosto violento...)
Si incontrano ben due andat, ed entrambi hanno un ruolo fondamentale. Contemporaneamente, alcuni protagonisti vengono messi a dura prova in quanto dovranno affrontare, oltre ai propri fantasmi, drammi e situazioni che non faranno sconti a nessuno.
Someshta The Green Man
00mercoledì 6 giugno 2012 16:53
Concluso anche il quarto ed ultimo libro, posso solo dire che non si poteva concludere il tutto in un modo migliore. Il libro parte forte con la speranza/minaccia di un ritorno al passato. Ricompare un personaggio rimasto a lungo lontano e altri continuano la loro lotta per riuscire a far uscire qualcosa di buono dalle proprie azioni (che, quando c'entrano gli andat, non hanno mai risvolti del tutto positivi). Ovviamente tutti i personaggi sono più avanti con gli anni, e qualcosa nei loro rapporti è inevitabilmente cambiato. Il finale non accontenta certo tutti, ma almeno contribuisce a dare finalmente un po' di pace a molti. Molto bello anche l'epilogo, dove si è costretti a dare l'addio a qualcuno che si è visto crescere in svariati periodi della sua vita.
Complessivamente, un ciclo low-fantasy di tutto rispetto! [SM=x494523]
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