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    00 15/12/2005 22:46
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    00 15/12/2005 22:51
    Da www.marcoschirru.com
    "La mia passione rossoblu nasce piu' o meno nell'89, quando avevo appena dieci anni, passione che poteva essere paragonabile a un germoglio, o meglio, un seme che deve ancora germogliare.
    Ascoltavo tutto il calcio minuto per minuto, mentre non capivo una H delle parole del grande Ciotti, sempre in attesa di un urlo dal Sant'Elia di qualche cronista.
    Cuore palpitante quando quando i microfoni erano aperti sullo stadio cagliaritano: Attenzione al Sant'Elia, Cagliari in vantaggio!! " etc.. Solo che nella maggior parte dei casi o pareggiavamo o addirittura
    sprofondavamo. Intanto simpatizzavo per l'Inter, e già da li si poteva capire che di calcio non ne capivo una mazza. Infatti ero entusiasmato dalle prodezze di Klinsmann, Berti e Serena; nonche' della fama di Matthaus. I tedeschi dominavano in Italia: la Juve contava su Muller, la Roma su Voeller, poi c'erano Hassler, Brehme...giocatori che un anno dopo, difatti, vinsero la coppa del mondo in Italia. Di calcio pero'non ne capivo perche' non potevo non tenere in considerazione altre due squadre per le quali simpatizzavo:il Milan di Van Basten, Gullit e Rajcard e il Napoli di Careca, Alemao e soprattutto Maradona.
    Del Cagliari i nomi piu' noti erano Pro Vitali e Pasquale Domenico Rocco; poi anche Paolino e De Paola che era sempre quello che lasciava il Cagliari in 10 perche' si faceva espellere. Il capitano era Bernardini.
    Altri nomi erano Ivo Pulga, Poli, Cornacchia e il grande Cappioli, ma per lo piu' li conoscevo solo grazie
    alle figurine.

    La prima volta che vidi il Cagliari dal vivo fu quando venne a giocare un'amichevole a Sarroch, un anno dopo.
    Mi fecero gli autografi Fonseca, Francescoli, Matteoli e Ranieri. Quei ricordi sono incancellabili, indelebili e nitidi.
    Ranieri stava sul campo in erba quando mi fece l'autografo, circondato da tanti tifosi che spingevano per una firma. Fonseca e Francescoli stavano sul campetto di erba battuta che vi era a fianco, mentre Matteoli mise una firma mentre con una mano teneva il borsone recandosi verso l'uscita.
    Quell'anno i personaggi erano a me molto noti: indimenticabile quando si cantava "Matteoli Arrodugo'" etc..,e poi quell'aspetto da caricatura di Fonseca non lasciava spazio ad interpretazioni: era lui!
    Da quando il Cagliari era in serie A e' diventato un'unica fede, nonostante il fatto che nel diario di prima media aggiungevo ai colori rossoblu un po' di nero a sinistra (perche' diventasse rossonero) e un po' di nero a destra (perche' diventasse neroazzurro) segno evidente che le simpatie verso le squadre milanesi non erano completamente sbiadite. Il Napoli era gia' dimenticato, dopo la discendente parabola di Maradona.
    I ricordi di quegli anni si traducevano in speranza di risalire posizioni dall'ultimo gradino della classifica.
    Speranze che poi si avverarono con la conquista della salvezza. Indimenticabili i gol di Fonseca contro le genovesi, uno su errore di Braglia del Genoa e uno di rovesciata contro la Samp. Fonseca faceva certi tiri ad effetto davvero velenosi e ineguagliabili. Brillavano, tra gli altri, Moriero, e mi piaceva anche Ielpo.



    Con Mazzone, qualche anno successivo, conquistammo la qualificazione in Uefa e grandi meriti ebbe la coppia d'attacco Oliveira e Valdes. L'anno successivo l'esperienza esaltante in Coppa ebbe come protagonista Bruno Giorgi, il cui Cagliari risultava (sempre in coppa) una macchina perfetta. Capitolarono infatti molte squadre, fra cui la Juve di Baggio e l'Inter, all'andata.
    Quella partita coi nerazzurri al Sant'Elia e' indimenticabile perche' dal sapore ironico. Entrarono infatti a un quarto d'ora dalla fine, sul 2-1 per l'Inter, Criniti e Pancaro e segnando furono gli eroi della vittoria rossoblu per 3-2. Grandi le speranze di accedere alla finale, ma a Milano al ritorno perdemmo per 3-0.

    Nel 1994 per la prima volta andai allo stadio. Ero ai Distinti, anello inferiore. C'era Caglari-Parma, la prima notturna in campionato. Purtroppo il primo tempo me lo persi perche' ero con mio cugino il quale era molto "sbentiau": insieme abbiamo fatto il giro dello stadio passando per il fossato. Ad un certo punto ci siamo ritrovati in curva Nord e incontrai
    un'amica, ma mio cugino era molto pratico di salti da un settore all'altro cosicche' dalla Nord, passando
    pericolosamente dal lato basso del vetro separatore balzo' sull'anello superiore dei Distinti, rischiando di cadere sull'anello inferiore della nord. Per me era troppo pericoloso. Allora mio cugino torno' indietro ed insieme siamo ritornati ai Distinti anello inferiore, passando nuovamente dal fossato.
    Dopo un po' segna Asprilla, un gol di potenza che piega le mani al portiere del Cagliari. Poi segno Zola e il Parma dilago'.
    Vinse per 4-0, con anche un gol di punizione meravigliosa dello stesso Zola. Mi ero divertito lo stesso comunque.
    Il prato del Sant'Elia illuminato era qualcosa di veramente affascinante.
    Quell'anno ci salvammo con qualche giornata di anticipo ed e' stato meno mozzafiato rispetto agli anni passati
    di raggiungere la salvezza".
    Mark