00 14/03/2006 21:12

CORRIERE DELLA SERA
14 marzo 2006

Il vuoto legislativo sul doppio ruolo

L’INTERVENTO Anche in questa legislatura non è stata approvata alcuna norma sull’incompatibilità (totale o parziale) tra l’attività parlamentare e quella di avvocato (nella foto un aula di tribunale) . Fatto salvo il diritto di voto passivo che non può essere negato a nessuno, ieri sul Corriere un intervento di Vittorio Grevi ha aperto una riflessione su un doppio lavoro molto diffuso nelle nostre aule parlamentari, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra

LE FRASI
«È questa una sovrapposizione che va eliminata - scrive Grevi - (...) ad esempio attraverso la previsione per legge di una incompatibilità temporanea. Non sarebbe male evitare il costituirsi di una categoria di avvocati difensori dotati, in quanto deputati o senatori, del privilegio di avvalersi del "legittimo impedimento" per ottenere il rinvio delle udienze».


FAVOREVOLE
Fanfani (Dl): regole per gli avvocati-onorevoli? Sì, con la mia proposta non ci saranno più abusi

ROMA - Giuseppe Fanfani, penalista, responsabile Giustizia della Margherita, deputato uscente e candidato in Toscana nel listone dell’Ulivo, è l’autore di una proposta di legge che, una volta approvata, taglierebbe le gambe al doppio lavoro di avvocato-deputato. E commenta così la proposta lanciata da Vittorio Grevi sul Corriere della Sera di ieri. Nel suo progetto l’incompatibilità tra attività parlamentare e forense è totale?
«Si può scegliere: o l’avvocato si sospende dall’Albo, e la Camera versa i contributi figurativi, oppure può continuare pure a esercitare l’attività forense ma evitando scrupolosamente le cause a favore o contro la Pubblica amministrazione».
Questo accorgimento sconterà molti avvocati eletti in Parlamento.
«Quelli che fanno amministrativo molto spesso diventano il riferimento di tutti gli affari che riguardano gli enti pubblici. Per questo un amministrativista si arricchisce».
In che senso, avvocato Fanfani? Chi si arricchisce a fare il doppio lavoro avvocato-deputato?
«Ai colleghi voglio dire che non bisogna approfittare della carica pubblica. Ecco perché chi non si autosospende non dovrebbe curare cause civili né a favore né contro la pubblica amministrazione».
E nel penale?
«L’incompatibilità deve riguardare tutte quelle cause per reati che offendono la pubblica amministrazione. E tanto per intenderci, parlo di peculato, concussione, bancarotta. Ecco, il parlamentare-avvocato può occuparsi al massimo di reati bagattellari».
Questa legislatura, invece, ci ha abituati ad avvocati del premier che danno il proprio nome alle leggi di modifica della procedura penale.
«È la conseguenza della mancanza di questi principi di fondo. Del resto, la proposta che ho fatto io è banale».
Però, da tutti gli schieramenti, gli avvocati eletti in Parlamento dicono che non vogliono perdere i clienti.
«E va bene, però non glielo ha ordinato il dottore di farsi eleggere. Fare il parlamentare non è una medicina, non lo ordina il medico».
Ma le resistenze ci sono anche da parte degli avvocati eletti con il centrosinistra.
«Immagino che sia così. Anch’io ho continuato a esercitare la professione durante il mandato parlamentare ma ho difeso, gratis, tutti i disgraziati di questo mondo. È una questione di coscienza».
Le sarà pure arrivata qualche proposta interessante in questi anni.
«Ho rifiutato molte proposte, ma ora non vorrei diventare un esempio di moralismo. Non è il caso».
Nel programma dell’Unione non c’è mica questa norma sull’incompatibilità».
«No, non c’è».
Potrebbe essere una bella battaglia.
«Sì, una bella battaglia di moralità».

D.Mart.


INES TABUSSO