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L'UNITA'
17 settembre 2006
Previti, lungo l’iter per la decadenza da deputato
Il presidente della Camera ha promesso che si farà.
Berlusconi intanto rincuora il suo ex avvocato
di Susanna Ripamonti

PRESTO LA CAMERA prenderà una decisione sulla decadenza da parlamentare del deputato di Forza Italia Cesare Previti, condannato con sentenza definitiva a sei anni di detenzione domiciliare (ridotti a tre con l’indulto) e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Intervenendo alla trasmissione «Annozero», (e rispondendo a una specifica domanda) il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha detto: «La Giunta titolata a prendere questa decisione la prenderà non appena completata l'istruzione del caso. A quel punto prenderà una decisione, e credo che la Giunta responsabilmente adotterà una decisione trasparente, in grado di dire al Paese che non ci sono figli e figliastri».
Di fatto non ci dovrebbero essere particolari sottigliezze interpretative su questa materia: l’indulto ha graziato Previti, che già nei prossimi mesi potrebbe essere affidato ai servizi sociali e uscire quindi anche dalla lussuosa gabbia del suo appartamento romano in Piazza Farnese, dove per altro non gli sono vietati incontri: proprio ieri ha ricevuto a pranzo Silvio Berlusconi. Erano presenti anche l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il coordinatore nazionale azzurro, Sandro Bondi e il capogruppo di Fi a Strasburgo, Antonio Tajani. Insomma, una riunione politica militante.
Per i restanti tre anni di blanda detenzione, che comunque deve scontare, il suo unico fastidio sarà quello di sottoporsi di tanto in tanto a colloqui con assistenti sociali, che stenderanno una formale relazione per valutare il suo percorso riabilitativo.
Ma che sia riabilitato al punto di tornare sui banchi del parlamento dovrebbe essere tassativamente escluso: l’indulto non cancella le pene accessorie e dunque, l’interdizione a vita dai pubblici uffici resta, dato che il requisito irrinunciabile per l’esercizio della funzione di parlamentare è il riconoscimento dei diritti civili, che in questo caso sono cancellati.
Ma uno dei suoi legali, Alessandro Sammarco, che in dieci anni di processi ha dimostrato di essere un campione nel trovare cavilli nell’interpretazione della legge, fa una distinzione: l’interdizione può riguardare lo status di parlamentare o l’esercizio dell’attività di parlamentare e non è detto che entrambi vengano cancellati, anche se la decisione spetta all’assemblea di Montecitorio.
In modo meno enigmatico, il parlamentare di Rifondazione comunista, Giuliano Pisapia, chiarisce che lo status di parlamentare è comunque perpetuo (e anche la pensione che Previti continuerà a percepire non verrà toccata). Quello che potrebbe verificarsi, dato che la decisione viene presa a maggioranza, è che i suoi colleghi parlamentari decidano di graziarlo. A questo punto si aprirebbe un conflitto di attribuzione, che potrebbe essere sollevato o dalla magistratura o dal Governo. Insomma, la cosa potrebbe andare per le lunghe.







INES TABUSSO