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02/03/2005 22:30
 
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"Dove sono?" non era la prima volta che se lo domandava quella sera e probabilmente non sarebbe stata l'ultima. Le uniche cose che vedeva erano alberi, panchine e lampioni in un interminabile fila, disposti lungo una strada sterrata. Poteva essere un parco, ma stava camminando dal tramonto senza sosta e non ne usciva.
"Chi è?" finalmente vedeva qualcuno.
Un ometto vestito in maniera dimessa con un vestito piuttosto vecchio si trovava seduto su una delle panchine. Assorto in se stesso e con sguardo fisso e velato di malinconia non si accorse del suo arrivo.
"Salve."iniziò lui, il sollievo traspariva dalla voce. Finalmente incontrava qualcuno.
"Buongiorno, straniero." il velo di malinconia non si dissolse ma apparve anche una luce maliziosa negli occhi del vecchio.
"Straniero?"domandò un pò sorpreso dall'appellativo. "Beh, perchè no." In fondo si sentiva esattamente così, uno straniero in quel luogo strano e incomprensibile.
"Visto che siete qui, dovreste sapere dove ci troviamo, quindi..."
"Quindi cosa?" l'ometto risposdeva a stento e svogliatamente, guardandolo solo di sottecchi.
"Quindi sapete dove siamo?" l'ira a stento controllata trapelava dalla voce.
"No, non lo so!"
La risposta fu come una mattonata in testa, da lasciare storditi, confusi. Com'era possibile ceh l'ometto non sapesse niente? Era assurdo, tutto assurdo. Dov'era...
"Un consiglio posso darvelo, lo volete sentire? il tono chiaramente canzonatorio lo fece irritare ancora di più, l'ometto si prendeva gioco di lui ma aveva bisogno di iniziare a capire qualcosa e qualsiasi cosa andava bene.
"Sì, ditemi."
"Tornate indietro! Il vostro cammino va nella direzione sbagliata."
"Come indietro? Indietro non c'è niente". Si sentiva a dir poco incredulo.
"Vi sbagliate, indietro trovere la soluzione." e così dicendo l'ometto rivolse lo sguardo alle sue spalle. "Guardate."
Si girò per vedere cosa ci fosse di così importante ma quando riportò gli occhi sull'ometto questi era sparito.
Che fare? Andare avanti o tornare da dove era venuto? Non le sa sentiva di prendere una decisione, aveva paura. Però tornare indietro sembrava allettante, poteva sempre aver tralasciato qualcosa, magari una traccia importante. Ripensò al suo cammino e non gli venne in mente nulla, solo una strada sempre uguale.
Poi...
Quello sguardo. Quel lampo di malizia. Non doveva tornare indietro, ora lo sapeva. Non avrebbe trovato niente che già non conoscesse. Così andò avanti, nella notte ormai sopraggiunta, più tranquillo per la scelta presa ma ancora ignaro della meta.

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Tai'shar Manetheren.

Los Valdar Cuediyari! Los! Carai an Caldazar! Al Caldazar!
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02/03/2005 22:44
 
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"Maledizione, questa non ci voleva." Tutti i lampioni si erano appean spenti e nemmeno una stella visibile nella notte. Le nuvole non lasciavano vedere nemmeno uno stralcio di luna.
"E adesso cosa diavolo posso fare? Sicuramente niente di buono."
"Fermati" la voce arrivà dolce come un sussuro ma decisa come l'ordine che era.
Giratosi di scatto vide una donna di altezza media, bionda e con due splendidi occhi blu che lo fissava sorridendo. Il cuore sussultò, mai aveva visto una persona seducente come lei; ad una prima occhiata non lo era sembrata ma tant'è, non sempre si giudica bene sul colpo d'occhio, l'aveva squadrata in preda allo stupore per poi soffermarsi sugli occhi.
"Cosa dici? Fermarmi?" si sentiva incerto, ancor più di prima.
"Sì, fermarti." il sorriso di lei tornò ad incorniciare il suo volto evidenziando i candidi denti bianchi, perfetti.
"E' buoio e non vedi dove va; riposati, riordina le idee e poi riparti."
"In effetti è una buona idea, ma prima spiegami come posso vederti in questo buio." la cosa lo lasciava ancora perplesso e poi muoversi gli sembrava sempre meglio che starsene fermo a far niente.
La dolce risata della donna lo stupì, improvvisa com'era venuta svanì mentre lei diceva "Come non lo sai? Mi vedi perchè mi hai chiamata tu."
"Io? E perchè mai?" era troppo stupito per pensare assurda com'era, incredibile ed impossibile.
"Vieni" lo invitò la donna indicando una panchina "Siediti con me e ne parleremo."
Si seddettero ed iniziarono a parlare, come due vecchi amici, sembrava si conoscessero da una vita.

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Tai'shar Manetheren.

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02/03/2005 23:00
 
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Al contrario della notte le ore passavano ed i due continuavano a parlare.
"...capisci, non devi crucciarti." ripetè lei
"Sì ti capisco, ma perchè, perchè lasciare che tutto prosegua senza intervenire?" c'era ancora qualche dubbio che voleva togliersi, qualcosa di indefinito continuava a tormentarlo senza sosta.
"Perchè non ci puoi fare nietne, semplicemente per quello." lei sorrise e aggiunse "Una volta ho conosciuto una persona saggia che mi ha detto quella che considero una grande verità." Il tono di lei lo soprese, sembrava si stesse sforzando per mantenere il controllo, era impaziente.
"E quale sarebbe questa verità? voleva saperlo assolutamente, poteva essere importante per andarsene da quel luogo.
"La vita è come un fiume che dalla montagna ci porta a valle, noi possiamo seguire il suo corso e nient'altro." per un attimo il compiacimento attraversò il blu brillante dei suoi occhi come se stesse pregustando qualcosa che stava per arrivare. "Opporsi sarebbe pura follia."
"C'è del vero in quello che dici, eppure non mi convince del tutto. Ti capisco ma qualcosa..." lei lo interruppe rapidamente
"Non preoccuparti di questo, devi solo prenderti il tempo necessario per pensare e tutto combacerà alla perfezione."
"Tempo" il tono di lui pensoso "Sembra che qui abbondi. Ma ora devo andare, dimmi come ti chiami perchè mi piacerebbe parlare ancora con te."
"Non avere fretta" ripetè per quella che sembrava la centesima volta dal loro incontro. "Hai tutto il tempo che vuoi."
"Forse hai ragione, probabilmente è meglio stare un pò fermo e riflettere a fondo su quanto sta accadendo."
"Esatto!" lei si era avvicinata, le sue mani gli toccavano le spalle, lievi massaggi che gli scioglievano i muscoli irrigiditi dal cammino. "Fermati e rifletti."
Non pensava che volesse sedurlo, al contrario, aveva l'idea che lo stesse cullando. Proprio come era solita fare sua madre quando era piccolo.
Pian piano si stava perdendo in quello che ormai era un abbraccio, il tepore si impadroniva di lui.
"Riflettere, devo riflettre" riuscì a borbottare poco prima di cadere nel sonno.

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Tai'shar Manetheren.

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02/03/2005 23:27
 
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Stava sognando, ne era certo. Tutto era buio, il buoio era tutto.
Niente altro esisteva, solo il ricordo di un abbraccio rassicurante. Poi la vide, una piccola luce lontana. Tanto piccola da sembra insignificante ma tanto brillante, ancor di più per il buio profondo.
Come se la luce lo avesse rinvigiorito iniziò a sentire due voci e non senza fatica riuscì a distinguerle e riconoscerle. Erano l'ometto e la donna che discutevano, o meglio lei parlava e lui rispondeva a monosillabi.
".... finalmente è nostro." terminò lei
Nostro? Cosa vuol dire, cosa mi hanno fatto? La paura lo prese e rischiò di sopraffarlo nuovamente ma nuovamente la luce apparve, più forte di prima. Come un minuscolo sole gli donò energia e dissipò la paura. Riuscì ad aprire gli occhi e trattenne a stento un gemito di stupore; la donna non era più seducente sebbene forse lo fosse stata, ma ora era sciatta e scarna con i capelli secchi e radi. Non completamente di profilo gli permetteva di vedere quella bocca sensuale e perfetta, ma questo era prima, ora vedeva le labbra devastate e secche che incorniciavano pochi denti marci. L'ometto non era da meno, già trascurato in precedenza ora dominava di lui il solo sguardo, pieno di malizia e di malinconia.
Dopo qualche tentativo riuscì ad alzarsi a fatica e si trovò faccia a faccia con i due.
"Cosa volete da me?" era preoccupato ma la rabbia cresceva dentro di lui.
"Vogliamo te" rispose la donna con fare canzonatorio, come se lo avessero già ed in un attimo aggiunse "Non ci puoi sfuggire."
"Non è vero, posso andarmene ancora." ma la verità era che la rabbia cedeva il passo a nuovo sconforto.
"Oh, no che non puoi." la voce sicura di lei trovava riscontro nella tranquillità dell'ometto che non si era ancora mosso, lo sguardo sempre perso chissà dove. "Tu sei venuto da noi perchè noi potessimo trattenerti, qui sei al sicuro, al riparo dalle sofferenze."
Sofferenze? Incominciò a rimuginare sulla parola, perchè volevano proteggerlo dalle sofferenze? Cosa importava loro.
Da dove venivano... Davvero li aveva chiamati lui? Chiamati, forse...
La consapevolezza lo colpì come un pugno, ora sapeva dov'era. Era a casa, nel suo letto. In preda alle sue paure e alla manifestazione della realtà. Si era lasciato andare, rischiava di perdere il lavoro andando alla ricerca di un passato che mai sarebbe tornato. Si isolava, si lasciava andare allo sconforto, alla disperazione e si nutriva di essi.
Ora sapeva.
E cercò la luc, la luce che lo aveva salvato prima lo avrebbe fatto di nuovo. Alla fine la vide, lungo la strada che stava percorrendo prima di fermarsi. Di corsa si lanciò oltre le sue paure e le superò, le figure urlarono disperate ma avevano perso. Lui correva verso la luce. Un incubo finiva ma la realta tornava.
Poco prima di arrivare alla luce le parole gli tornarono alla mente.
"La vita è come un fiume che ci porta dalla montagna fino a valle, noi possiamo seguire il suo corso e nient'altro."
"Vero, ma è anche vero che anche nel fiume più piccolo possiamo spostarci da una sponda all'altra alla ricerca del nostro personalissimo percorso."
E con questi pensieri capì il perchè del viaggio...

[Modificato da Mat Cauthon 02/03/2005 23.37]


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Tai'shar Manetheren.

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03/03/2005 10:58
 
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GRANDE! [SM=x494523]
Bellissima storia, anche xkè rinchiude il significato di come la penso sulla vita....mai darsi x vinti e continuare a lottare, altrimenti vieni trasportato dalla corrente che ti sbatte da una parte all'altra.
Io sono un ottimista di natura, anche quando mi capitano delle cose negative cerco sia di superarle....anche se molte volte vado in panico xkè non ci riesco....e di uscirne più forte.
L'ultima frase della storia è molto significativa....m'è piacuta molto questa storia....COMPLIMENTI [SM=x494534]
/me stringe la mano a Mat [SM=x494535]
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03/03/2005 11:54
 
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e bravo Mat[SM=x494523]


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mi insegnò a inseguire sempre il sogno e a viverlo una volta raggiunto


Tai'shar Manetheren



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03/03/2005 14:21
 
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Bella bella. Bravo Mat. [SM=x494523]

Vi allieterò con il suono della mia arpa, ma badate bene a ciò che fate se non volete assaggiare l'acciaio dei miei pugnali.

Thom rimase sbigottito ed estasiato quando i suoi vecchi stanchi occhi tornarono a scorgere nel blu del cielo il fiero volo dell'Aquila rossa e il suo cuore si colmò di gioia dopo questi giorni tetri.
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03/03/2005 16:55
 
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Qualsiasi parola sarebbe una banalità, ma resto colpito. Bravo Mat

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Sua maestà imperiale la principessa Cè Nedra, regina suprema dell'occidente e gioiello più prezioso della casata dei Borune, quella mattina era davvero di pessimo umore.
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.::|Signore del Caos|::.
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03/03/2005 19:56
 
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many many compliments![SM=x494523]


.
The amazing thing is that every atom in your body came from a star that exploded. And, the atoms in your left hand probably came from a different star than your right hand.
It really is the most poetic thing I know about physics: You are all stardust.
You couldn’t be here if stars hadn’t exploded, because the elements - the carbon, nitrogen, oxygen, iron, all the things that matter for evolution - weren’t created at the beginning of time. They were created in the nuclear furnaces of stars, and the only way they could get into your body is if those stars were kind enough to explode.
So, forget Jesus. The stars died so that you could be here today.
"A Universe From Nothing" by Lawrence Krauss, AAI 2009 (16:50-17:23)
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