Scritto da: Staurophylaktos 24/04/2005 23.59
Credo ci siano tutti gli elementi per definire Tolkien colui che ha osato riproporre, in pieno ‘900, il genere epico, riscoprendo il valore del mito, inteso come categoria radicata nel cuore dell’uomo e tesa alla ricerca di risposte alle domande che in esso vi urgono. Il Signore degli Anelli è epos, è avventura, è ricerca (anche se al contrario: distruggere e non trovare), e in esso Tolkien dispiega uno straordinario affresco della condizione umana, con tutti i suoi fattori, affascinanti e drammatici: l’amore e l’odio, la libertà e il potere, la fedeltà e il tradimento, la pietà e la paura, la verità e la menzogna, nonché la grande sfida e il mistero della morte. Il tutto presentato senza retorica, con la sobrietà dell’epica vera, e con una comprensione geniale delle domande, dei dubbi, dei bisogni dell’uomo di oggi (e non del Medioevo).
Forse più che epica bisognerebbe usare romanzo eroico, visto che ISDA è adattato secondo i canoni del romanzo moderno, e in parte si discosta dalle classiche epopee.
perfetto. oserei forse aggiungere che queto aspetto "epicale" è ancora più evidente negli altri lavori che integrano ISdA (Silmarillion e vari racconti perduti ritrovati incompiuti).