Spendo due parole per raccontare quello che è stato per me il concerto dei Nightwish il 30 marzo scorso a Mantova.

Se la data di Milano del marzo 2008 era stata bella, questa è stata UNICA!!!

Sarà stato per l'acustica del palazzetto, sarà stato per la maturità e l'affiatamento raggiunto dalla band, sarà stato per la presenza degli effetti pirotecnici, sarà stato per la presenza di un grande special guest, o forse sarà stato per tutto questo messo assieme: sta di fatto che per quasi 2 ore sono rimasto incantato ad ammirarli, arrivando veramente, in certi momenti, ad emozionarmi davvero tanto.

Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto, ecco la scaletta che hanno eseguito:

Intro (ft. Troy Donockley)
7 Days to the Wolves
Dead to the World
The Siren
Amaranth
Romanticide
Dead Boy's Poem
The Poet and the Pendulum
Nemo
Sahara
The Islander (ft. Troy Donockley)
Last of the Wilds (ft. Troy Donockley)
Escapist
Dark Chest of Wonders
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Ghost Love Score
Wish I Had an Angel


La lunghezza della scaletta, fa già capire che il concerto è durato ben più dell'ora e venti scarsa che avevano proposto a Milano: infatti, in questa occasione, la band finlandese si è esibita per quesi 2 ore filate, senza pause o soste di sorta alcuna.

La presenza di Troy Donockley (special guest della serata, non che cornamusista e strumentista dell'album Dark Passion Play), ha fatto si che l'intro dell'ultima parte del tour (ovvero la colonna sonora del film Crimson Tide), fosse sostituita da un intro costruita ad Hoc, proprio affiancati dalla presenza di Troy agli strumenti. Una intro molto bella, che ha visto la presenza di tutti e 4 gli elementi maschili della band, cullando il pubblico già caldo verso il vero inizio del concerto. ( http://www.youtube.com/watch?v=PHLtjb9_ToE ascoltatela, ne vale davvero la pena)

L'apripista è 7 Days to the Wolves, canzone di DPP che fino a poche date fa, era rilegata nei bis finali. Già dopo pochi secondi, fiammate caldissime e scoppiettanti eruttano dal palco. Questa è stata l'avvisaglia di un concerto fantastico.
Ovviamente sulla canzone fa la sua comparsa Anetta, di biondo tinta, con una maglietta molto casalinga, e dei pantaloni attillati sbarluccicanti di brillantini: forse l'aspetto look della signorina Olzon non è molto sviluppato :P. Ma l'importante è la voce, la quale non delude e trascina subito il pubblico nella prima canzone.

Seguono a ruota Dead to the World (brano tratto da Century Child) e The Siren (tratto da Once).. Il gruppo è carico, e il pubblico non lesina di applausi e cori.

Ma la vera esplosione del pubblico si ha su Amaranth: essendo forse il primo singolo (Eva escluso) tratto da Dark Passione Play, la canzone è conosciuta benissimo da tutti, e il suo ritmo catchy non è nientaltro che uno spunto per scatenarsi sulle sue note.

Fa quindi la sua comparsa Romanticide, scelta questa, a parere mio, evitabile. Avrebbero potuto riesumare piuttosto qualche vecchio brano di Oceanborn, ma tantè.

Il primo momento di vera commozione giunge con Dead Boy's Poem. Questa canzone (tratta da Wishmaster), che per Tuomas rappresenta una sorta di "testamento", guadagna una magia tutta nuova cantata dalla voce di Anette. Il suo tono più sottile e più delicato, si discosta totalmente dell'imperiosa voce di Tarja, ma infonda questa bella canzone con un aria di dolcezza e malinconia infinita. (se volete anche voi saggiarne la magia, eccone il video su youtube http://www.youtube.com/watch?v=hcI6ZKI2Oik in alta qualità.)

L'atmosfera malinconica di DBP, lascia il posto alla grande suite di DPP: The Poet and the Pendulum, è forse il capolavoro più grande composto da Tuomas: una cavalcata di 15 minuti sui suoi sentimenti, diviso in più parti, che raggiungono il climax nella penultima parte, dove Tuomas (in accordo con le lyrics della canzone) simula il gesto della "decapitazione del poeta", e dall'alto, miriadi di stelle filanti rosse ricadono sul pubblico, proprio a rappresentare il sangue del poeta che è sparso. Ma la canzone non finisce qui, lasciando ancora 4 minuti circa a "Mother and Father", il pezzo conclusivo della canzone. Un pezzo commovente e significativo, davvero da ascoltare.
Il tutto ovviamente accompaganto da girandole di fuochi artificiali e fiammate

Si continua quindi con Nemo, e con la neve finta lanciata sul pubblico. Sebbene ormai abbia imparato ad apprezzare questa canzone con il nuovo cantato, purtroppo Anette non convince a pieno, lasciando un po l'amaro in bocca, ma questa è un'altra di quelle canzoni che il pubblico adora.

Sahara richiama le atmosfere calde de Le Mille e una notte, e la performance non è niente male.

Io ero convinto che a questo punto, The Islander non ci sarebbe stata (pensavo l'avessero tolta dalla scaletta), ma ovviamente data la presenza di Troy non potevano non farla. E per fortuna, dato che questo è stato forse il momento più bello e emozionante del concerto. La canzone acustica piace a tutto il pubblico, tanto che in diversi momenti il cantato dei fans, arrivava addirittura a sovrastare nettamente il cantato di marco e Anette, ricreando un atmosfera davvero gioiosa, che i Nightiwsh tutti non hanno potuto ignorare: la contentezza sui loro volti nel sentire tutti cantare a squarciagola era evidente, e i loro sorrisi sono stati un grande ringraziamento anche per tutti noi ( http://www.youtube.com/watch?v=RicHao9SeK8 ). Dei braceri accesi sullo sfondo hanno contribuito a dare quel tocco di magia in più a tutto

Sorpresa delle sorprese (sempre grazie alla presenza di Troy) i Nightwish si esibiscono nel pezzo totalmente strumentale di DPP, ovvero last of the Wilds. Sarebbe stato il massimo se avessero fatto entrare a cantare le Indica su questa canzone, ma anche senza, è stato incredibile

Altra chicca è stata The Escapist, bonus track di DPP, che mai avrei pensato suonassero live. Bello ed emozionante.

A "chiudere" il concerto ci pensa Dark Chest of Wonders, apripista dei tour di Once, che con Anette non perde certo di energia.

I Nightwish abbandonano il palco con la classica e ormai scontata finta, per poi ritornare con i bis finali.

Altra sorpresa è Ghost Love score, la suite di 10 minuti dell'album Once. Purtroppo questa è stata davvero il punto debole della scaletta: Anette non è in grado di cantarla, per lo meno non è grado di farla rendere come poteva fare Tarja. Questa canzone non è per lei, e nonostante abbia contributi ad allungare la scaletta, forse una scelta più semplice sarebbe stata adeguata. Ad ogni modo, complimenti per il coraggio nella scelta. Immancabili i "confetti" rossi e bianchi lasciati cadere delicatamente sul pubblico

Eccoci dunque arrivati alla conclusione. Anette e Marco incominciano un allegro e divertente dialogo col pubblico, prendendo alcuni spunti divertenti dagli striscioni sugli spalti, e ci salutano annunciando la loro ultima canzone: Wish I had an Angel.
Mi stupisco sempre di quanta energia tiri fuori dal pubblico esausto questa canzone. E' una canzone immortale, che esprime una grinta davvero senza eguali. E l'abbondanza di fuochi artificiali ha reso il momento ancor più festoso ed entusiasmante.

Wow, che concerto!!! E' entrato indubbiamente nell'elenco dei 3 concerti più belli che io abbia mai visto, e data una performance del genere, non vedo l'ora di vederli nuovamente

Scusate se sono stato logorroico, ma ci tenevo a condividere le mie emozioni con tutti.