|
 05/07/2006 14:34 | |
Libro II - Capitolo 22 - Vedette
"Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati, Lan?"
Lei lo stava guardando nell'attesa di un cenno, altrimenti non avrebbe notato il movimento rapido del suo sopracciglio. Non accadeva spesso che lei lo cogliesse di sorpresa. Questo era un argomento di cui nessuno dei due parlava mai; circa vent'anni prima lei gli aveva detto - con l'orgoglio rigido di una persona abbastanza giovane da poter essere chiamata giovane, si ricordava - che non ne avrebbe mai più parlato e si aspettava lo stesso da lui.
"Me lo ricordo" fu tutto quello che disse lui.
"E ancora niente scuse, immagino? Mi gettasti in uno stagno" Lei non sorrise, però adesso riusciva a vederne il lato comico. "Ogni pezzo di stoffa che avevo addosso era bagnato fradicio, durante quella che voi delle Marche di Confine chiamate primavera. Rischiai di congelare."
"Mi ricordo anche che accesi un fuoco e vi appesi intorno delle coperte affinchè tu potessi riscaldarti in privato"
[...]
"Mi ricordo pure che mentre dormivo quella notte, mi rovesciasti addosso la metà di quello stagno. Avresti risparmiato molti brividi ad entrambi se tu mi avessi semplicemente detto che eri un'Aes Sedai, piuttosto che dimostrarmelo. Piuttosto che cercare di separarmi dalla mia spada. Non un buon modo di presentarti ad un abitante delle Marche di Confine, anche per una giovane donna"
"Io ero giovane, e sola, tu eri grosso come lo sei ora, e la tua fierezza era più aperta. Non volevo che sapessi che ero un'Aes Sedai. Mi sembrava, a quel tempo, che avresti risposto più liberamente alle mie domande se non avessi saputo" Lei rimase in silenzio per un po', pensando agli anni prima dell'incontro. Era stato bello trovare un compagno trovare un copagno che si unisse alla sua ricerca. "Nelle settimane che seguirono, sospettavi che ti avrei chiesto se volevi essere legato a me? Decisi che eri tu quello giusto fin dal primo giorno".
"Non l'ho mai immaginato" rispose lui secco "Ero troppo impegnato a chiedermi se sarei riuscito a scortarti a Chachin senza rimetterci la pelle. Ogni sera avevi una sorpresa divera per me. Mi ricordo in particolar modo le formiche. Non credo di aver avuto una buona nottata di sonno per tutto il tempo della cavalcata."
Lei si concesse una breve risata, al ricordo "Ero giovane" ripetè...
e per oggi mi fermo qui |
|
|
|