Finito ieri sera, ho dovuto la rallentare la lettura perchè stava finendo troppo presto.
Il libro mi è piaciuto molto seppur diverso dagli altri che lo hanno preceduto. E' privo dei difetti del settimo ma non è pieno di azione come il quarto. Complice il breve periodo in cui si svolge l'azione, Jordan descrive bene i contrasti tra i personaggi, i loro dubbi, le loro passioni e i loro sforzi per raggiungere obiettivi fondamentali.
Mi spiace per la mancanza di Mat ma ogni pagina dedicata a Rand compensa la perdita. Rand è qalcosa di straordinario, in questo libro più che in altri, perchè sta cedendo, sta soffrendo e i primi dubbi si affacciano su di lì. E' più umano rispetto agli altri libri ma, al contempo, si sforza di esserlo sempre meno. In una parola, combattuto. La scena con Morr rende bene l'idea, con compassione e cinismo che si alternano.
Finalmente gli Amici delle Tenebre hanno qualche problema in più, nei libri precedenti fallivano cercando di portare a termine i loro piani, adesso hanno problemi nella costruzione degli stessi. Un esempio è la reazione di Taim alla notizia che Dashiva è diventato un disertore. Taim si sorprende ma collegando l'attuale stupore a quello avuto al reclutamento di Dashiva, da parte di Rand, fuori Caihrien viene da pensare che dei piani siano stati disattesi o intrapresi prima del tempo e, si spera, creando non poche complicazioni.
Piccola nota: Grande Logain.
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Tai'shar Manetheren.
Los Valdar Cuediyari! Los! Carai an Caldazar! Al Caldazar!