“Maledizione!” esclamò Siuan sbattendo la porta della stanzetta che divideva con Leane.
La domanese alzò appena lo sguardo dall’abito che stava “ammodernando”, rendendone in particolar modo più profonda la scollatura. Anche senza vederglielo addosso, Siuan sapeva già benissimo che, una volta terminato il lavoro, il vestito sarebbe stato poco più che indecente.
“Ma tu sei proprio sicura di essere la stessa donna che è stata per anni Custode degli Annali?” chiese bruscamente. “Perché da quando abbiamo lasciato la Torre Bianca mi sembri più che altro una…”.
“La donna che era Custode degli Annali era una Aes Sedai potente nell’uso di saidar e rispettata. Ora per quanto sia stata guarita, posso fare poco più che accendere e spegnere le candele di questa stanza con il Potere, e mi rispettano talmente tanto da costringermi ancora a dividere questa stanzetta con te e ad inscenare la nostra rivalità per poter… guidare… le altre nella direzione che ci piacerebbe prendessero… Quindi, in definitiva, la risposta è no: non sono la stessa donna che è stata per anni la Custode degli Annali, e quello che ti sembro, francamente, non mi interessa” rispose con calma Leane, continuando a scucire, tagliare e ricucire.
Siuan sbuffò: aveva esagerato e lo sapeva. Ma era furiosa e Leane era stata solo la malcapitata su cui sfogare la sua rabbia. Probabilmente avrebbe dovuto chiederle scusa, ma avrebbe mangiato sassi piuttosto che farlo.
“Comunque eri già di cattivo umore prima di entrare in questa stanza e quindi suppongo di non esserne io la causa: ti vuoi sedere, calmarti, e dirmi cosa succede, per favore?” continuò Leane serafica.
“Ho un grosso problema da risolvere e quel borioso di Gareth Bryne non trova di meglio da fare che farmi lavare e stirare tutto il suo guardaroba perché lui è i suoi uomini si stanno preparando per la partenza… Quell’uomo sembra non aver capito che, anche se non forte come prima, io sono di nuovo un’Aes Sedai!” sbottò Siuan.
“Io credo invece che lo abbia capito benissimo: semplicemente la cosa non gli interessa…” affermò Leane allegra.
“E questo ti diverte vero Leane?” chiese la tarenese con tono sempre più acido.
“In tutta sincerità Siuan? Sì molto…” rispose la donna sorridendo apertamente.
Siuan trattenne a stento un’imprecazione che avrebbe fatto arrossire persino il peggiore dei pescatori del villaggio, poco fuori Tear, in cui era cresciuta prima di recarsi alla Torre.
“Ora che hai inveito contro quel pover’uomo che tra l’altro, detto tra noi, non è nemmeno poi così male, vuoi mettermi al corrente del tuo grosso problema o devo tirare ad indovinare?” chiese Leane.
Siuan la incenerì con lo sguardo, ma poi pensò che l’altra donna poteva forse esserle d’aiuto: le raccontò così di ciò che era accaduto la notte prima e del presunto assassino che somigliava tanto al Custode di Moiraine. Si limitò a raccontarle i fatti, senza dire nulla riguardo ai suoi dubbi, per non influenzare Leane: voleva vedere se anche l’altra donna condivideva le sue perplessità.
“Storia interessante senza dubbio… Cosa dicono l’Amyrlin e le nostre nuove… Sorelle… a riguardo?”.
“Vaneggiano di reietti che viaggiano in tel’aran’rhiod assumendo aspetto diverso a seconda di chi incontrano… Come se i reietti fossero tutti uguali e si comportassero tutti come Moghedien…”.
Leane rise sommessamente: “Devono ancora imparare così tante cose… Troppe per portare già lo scialle sulle spalle… Mi chiedo se non sia stata una mossa troppo avventata da parte nostra quella di indurre il Consiglio a scegliere Egwene come Amyrlin…”.
“Ci serviva qualcuna che avrebbe certamente scelto di stare dalla parte del ragazzo… e contro Elaida! Certo Sheriam ritiene di poterla manipolare a suo piacimento, ma temo che si romperà presto i denti contro una come lei: forse è troppo giovane ed inesperta per essere Amyrlin, ma è senza dubbio un osso duro, e ha già cominciato a dimostrarlo… Comunque è inutile discutere di ciò che è già accaduto: nemmeno il luccio può scappare quando ormai è in pentola!” tagliò corto Siuan.
“Hai ragione…” sospirò Leane. “Però le altre due mi preoccupano un po’, specialmente Nynaeve: è sicuramente molto potente, ma non si è ma vista un’Aes Sedai con un blocco persistente come il suo…”.
“Fino ad ora non si era mai vista nemmeno un’Aes Sedai che non avesse pronunciato i Tre Giuramenti, ma i tempi stanno cambiando e quella che stiamo vivendo è indiscutibilmente un’epoca di grande caos, in cui anche le tradizioni più radicate vengono sovvertite. La ragazza prima o poi supererà il suo blocco, nella maniera più impensabile magari, oppure troverà qualcuno che la ammazzerà senza farla arrabbiare...”.
“A quanto pare ci è già andata molto vicino…” osservò Leane riponendo finalmente l’abito. “Il che ci riporta al problema principale: l’assassino… Credi che sia qualcuno in qualche modo legato a Lan Mandragoran?”.
“Lo hai pensato anche tu?” chiese Siuan.
“Solo uno sciocco potrebbe pensare che quella somiglianza sia solo una coincidenza…” affermò Leane.
“Eri attenta quando Merean Sedai ci insegnò la storia del Malkier?” chiese Siuan.
“Uhm…” borbottò Leane scuotendo leggermente la testa. “Ne conosco la storia a grandi linee, e ovviamente so perché il Malkier è caduto… insomma so l’indispensabile, ma non molto di più, anche perché francamente nessuno alla Torre aveva particolarmente voglia di parlarne…”.
“Già… Peccato che ignorare un fallimento non equivalga a cancellarlo…” rifletté Siuan.
“Quella brava in queste cose era Moiraine… senza contare che aveva legato Lan… Se almeno fossimo alla Torre potremmo consultare la biblioteca…”.
“Moiraine è morta e noi non siamo alla Torre Leane” affermò seccamente Siuan, nonostante la fitta di dolore che aveva avvertito nel ripensare all’amica di una vita.
“Potremmo chiedere a qualcuna delle Marroni qui a Salidar…” propose la domanese.
“Ci avevo già pensato, ma preferirei tenere questa come ultima risorsa: finché non saremo sicure di cosa si tratta, meno Sorelle sanno e meglio è…”.
“Allora non ci resta che mettere insieme quello che ci ricordiamo e vedere se è sufficiente almeno per formulare qualche ipotesi, anche se francamente non riesco ad immaginare cosa potremmo trovare dato che, Lan a parte, non è rimasto forse nemmeno un solo malkieri… Ma a proposito, Lan Mandragoran che fine ha fatto?” chiese Leane.
“Non lo so… probabilmente si sarà già fatto ammazzare nel tentativo di vendicare Moiraine…”: una nuova fitta di dolore attraversò Siuan.
“Già… sono stati insieme per vent’anni… Sai Siuan, mi sono sempre chiesta se ci fosse qualcos’altro a tenerli uniti oltre al legame…”.
“Chi? Moiraine e Lan? Ma sei matta?” rispose Siuan, quasi scandalizzata.
“Beh… non ci vedo nulla di assurdo! Lei era stata quasi incoronata regina di Cahirien e lui, anche se senza corona, è pur sempre il legittimo re del Malkier: no, non sarebbe stato affatto assurdo… In fondo certe cose non capitano solo alle Verdi…” protestò la domanese con malizia.
“Per la Luce, Leane, non dire idiozie!” sbottò spazientita Siuan: preferiva di gran lunga la donna seria e compassata che era stata la sua Custode degli Annali. “E poi quello che dobbiamo cercare di ricostruire è se qualcuno oltre a Lan sia sopravvissuto alla caduta del Malkier, non stabilire se Moiraine Damodred e Lan Mandragoran avessero una tresca amorosa!!!”.
“Va bene, va bene… non ti arrabbiare: dicevo solo che li avrei visti bene come coppia…”.
“Leane!” urlò la tarenese.
L’altra si zittì immediatamente, ma poi, con aria di sfida, aggiunse: “Se protesti così tanto mi viene quasi da pensare che la tresca amorosa con Lan Mandragoran ce l’avessi tu…”.
“Questo è veramente troppo…” ringhiò Siuan scattando in piedi.
“Sai Siuan…” fece Leane per nulla impressionata dalla rabbia dell’altra, “… ora che sei di nuovo un’Aes Sedai dovresti cercare di riacquistare quel contegno e quell’imperturbabilità che ci contraddistinguono… In questo momento sembri più la figlia di un pescatore di Tear pronta a fare a botte su un molo piuttosto che una Sorella… E poi se continui ad aggrottare la fronte in quel modo, nemmeno tutto il Potere della Vera Fonte potrà più levigarti il viso e cancellarti quelle brutte rughe in mezzo alle sopracciglia…”.
Siuan sembrava un vulcano sul punto di esplodere: i pugni erano talmente stretti che le nocche erano di colore bianco latte, le labbra erano talmente strette da risultare quasi invisibili, gli occhi, che normalmente sembravano in grado di piantare chiodi nel muro, sarebbero stati ora capaci di spostare l’intera Dorsale del Mondo, e il suo corpo era talmente irrigidito che Leane pensò sarebbe bastata una corrente d’aria per farla cadere. Eppure lei continuava a guardarla con aria soave.
Poi, di punto in bianco, Siuan inspirò profondamente ed espirò molto molto lentamente, costringendosi a rilassare le mani e le ginocchia. I suoi occhi avrebbero potuto continuare a smuovere mari e monti mentre con studiata lentezza si sistemava le pieghe della gonna, ma quando tornò infine a sedersi il suo volto era di nuovo quello di una Aes Sedai, apparentemente sereno ed imperturbabile.
Si schiarì leggermente la voce e disse: “Prima che ci distraessimo, stavamo parlando del Malkier e di quello che sappiamo della sua storia… Vogliamo tornare a concentrarci su questo argomento, per favore, Leane Sedai?”.
Leane aveva vinto quella battaglia e ne era visibilmente soddisfatta: continuare a stuzzicare Siuan non avrebbe avuto alcun senso. Pertanto si limitò a cominciare a raccontare ciò che ricordava delle lunghe lezioni di storia a cui aveva assistito quando era ancora solo un’Ammessa: “Al’Akir Mandragoran fu l’ultimo re incoronato del Malkier: salì al trono una cinquantina di anni fa più o meno. La sua regina fu el’Leanna…”.
“Il Malkier, alleato con la Torre Bianca, si opponeva strenuamente all’avanzata della Macchia, ricacciandola indietro a costo della vita di molti uomini: persino il fratello del re, Lain Mandragoran, eroe acclamato dal popolo e amato dal sovrano, morì nelle Terre Inaridite e la sua sposa non perdonò mai la sua morte al re…” continuò Siuan.
“In realtà mi pare che fu lei stessa, Breyan credo, invidiosa che fosse stato Akir a salire al trono, ad istigare il marito a compiere quell’impresa folle per dimostrare al popolo chi in realtà fosse il più degno del titolo di re…” la corresse Leane.
Siuan rifletté un attimo, quindi scosse la testa: “Può essere, non ricordo… ma non credo che sia importante: non importa il vero motivo per cui Breyan odiasse al’Akir, l’importante è essere certi che l’odiasse…”.
“Beh, su questo non ci sono dubbi, tanto che, morto il marito, gli istigò contro anche Cowin Cuordoro, uno dei Grandi Signori, che aveva perso il trono per un paio di voti. Ricordi qual era la particolarità peculiare di Cowin?” chiese Leane.
“Molti dei canti delle Marche di Confine narravano le sue gesta nella Macchia…” disse Siuan.
“Già, peccato che la sua fosse solo una messa in scena: Cowin Cuordoro era in realtà un Amico delle Tenebre che approfittò delle tensioni interne con Akir per richiamare gran parte degli uomini dalla Macchia, sguarnendo ulteriormente i presidi delle Fortezze già provati dalle ingenti perdite patite nelle Terre Inaridite, e spianando così deliberatamente la strada alle orde di Trolloc che invasero così il Malkier”.
Siuan inghiottì un paio di volte, chiedendosi come avesse potuto dimenticare un particolare tanto importante: era stata Amyrlin Seat, La Fiamma Bianca di Tar Valon… avrebbe dovuto conoscere come la Ruota aveva intessuto il destino di tutte le Nazioni in tutte le Epoche… Oh insomma… ero concentrata su altre cose… cercò di giustificarsi con se stessa.
“Il suo tradimento fu scoperto, venne catturato ed ucciso in duello dallo stesso Akir, ma ormai il danno era fatto e la situazione nel Malkier ormai disperata…” continuò Leane.
“Così al’Akir e el’Leanna nominarono il loro unico figlio, Lan, ancora neonato, Signore Incoronato, consacrandolo futuro re del Malkier” disse Siuan, cercando di rimediare alla figuraccia di poco prima. “Gli affidarono la spada dei re del Malkier, forgiata dalle Aes Sedai nell’Epoca Leggendaria, e giurarono a suo nome che egli si sarebbe opposto all’ombra per tutta la vita, difendendo il popolo del Malkier e vendicando ciò che non poteva più essere difeso. Quindi lo affidarono a venti soldati scelti perché lo portassero in salvo nello Shienar e solo allora partirono insieme alla volta del Guado di Herot, dove condussero i malkierani all’ultima battaglia contro l’Ombra e dove morirono”.
“Insomma, pare proprio che, a parte Lan e i venti soldati scelti che lo portarono via a Fal Moran, nessun altro sopravvisse alla caduta del Malkier. Possibile che si tratti di uno di quei venti soldati?” chiese Leane.
“No. Molti di loro morirono prima ancora di raggiungere lo Shienar, e l’ultimo cadde vittima di un tradimento poco prima che Moiraine legasse Lan come Custode… Credo anzi che fu proprio quella morte a convincerlo ad accettare il legame” rispose Siuan, cercando di ricordare ciò che l’amica le aveva raccontato tempo addietro.
“E questo ci riporta al punto di partenza: abbiamo ricostruito gli ultimi anni di vita del Malkier, ma non è servito a molto…” constatò Leane un po’ scoraggiata.
“Che ne fu di Breyan?!?” chiese improvvisamente Siuan.
“Oh, non crederai di certo che il nostro assassino sia una donna… Scusa Siuan, ma non c’è assolutamente nulla in Lan Mandragoran che lo potrebbe far somigliare ad una donna…” scherzò la domanese, e la malizia nei suoi occhi rischiò di mandare di nuovo all’aria il fragile autocontrollo di Siuan.
“Ricordi che ne è stato di lei oppure no?” chiese l’ex Amyrlin, sforzandosi di dominarsi.
“Credo che scappò verso la Macchia quando i Trolloc cominciarono a riversarsi nel Malkier, e dopo quella fuga di lei non si seppe più nulla, anche se non è difficile immaginare quale sia stato il suo destino…” rispose Leane.
Siuan sbuffò: Breyan era l’ultima sufficientemente corrotta da poter pensare si fosse votata all’ombra, ma era morta anche lei. E comunque Leane aveva ragione: non poteva certo essere una donna l’assassino che aveva attaccato Nynaeve in tel’aran’rhiod. La ragazza aveva parecchi difetti, ma non era stupida e nemmeno cieca: non avrebbe mai scambiato una donna per il Custode di Moiraine.
“Mi dispiace Siuan, ma pare proprio che dovremo chiedere aiuto Morvrin… se nemmeno lei che è una Marrone saprà dirci nulla di più, allora la nostra teoria non sarà molto più valida di quella di quelle tre ragazze…” concluse Leane, nascondendo con una mano un leggero sbadiglio. “Una cosa è certa: non possiamo andare da lei a quest’ora. Quindi mettiamoci a letto anche noi… Sono molto stanca: ho passato l’intero pomeriggio a sistemare quell’abito ed ora ho le spalle indolenzite”.
Siuan alzò gli occhi al cielo: loro stavano cercando un modo per salvare il mondo dalla morsa del Tenebroso e Leane passava un intero pomeriggio ad approfondire la scollatura, tra l’altro già oltre modo profonda, di un vestito. Non sapeva davvero più cosa pensare.
Aspetto che l’altra si fosse messa a letto, quindi si distese a sua volta e si concesse l’ebbrezza di incanalare un lieve flusso di saidar per spegnere le candele che illuminavano la stanza. Aveva incanalato una dose minima, da poco più che Novizia, ma il semplice fatto di aver incanalato, di aver percepito di nuovo la Vera Fonte e di aver lasciato che un po’ della sua vivida dolcezza le scorresse nelle vene, bastò a farla sentire di nuovo vera, viva e completa. Rilasciare saidar non fu altrettanto semplice, ma la certezza di poter di nuovo percepire la Fonte in qualsiasi momento lo desiderasse la tranquillizzò, permettendole di addormentarsi serenamente.
* * *
Quella notte fu il turno di Siuan di svegliarsi di soprassalto quando mancavano ancora diverse ore all’alba.
“Un figlio Leane!” esclamò eccitata.
A quell’affermazione la domanese, il cui incarnato ramato risultava accentuato dalla luce delle candele che Siuan aveva acceso, si mise a sua volta a sedere sul letto.
“Sono felice per te Siuan, ma chi è il padre se non sono indiscreta?” chiese.
Siuan la fissò interdetta, senza capire la domanda dell’altra: “Come chi è il padre? Lain Mandr… Non sono incinta, sciocca!” esclamò, lanciandole addosso il cuscino. “Sto parlando di un figlio di Lain e Breyan Mandragoran: quando una donna trama in quel modo per ottenere un trono, di solito non è per sé che lo cerca, ma per assicurare una corona al proprio figlio!”.
“Ma io non ricor… aspetta… Sì, ora che ci penso Lain e Breyan Mandragoran avevano anche loro un figlio che doveva avere più o meno la stessa età di Lan… un neonato…” disse Leane.
“Suo cugino, Leane: il cugino di Lan da parte di padre! Ecco spiegata la somiglianza fra i due! Non ricordi il suo nome?” chiese Siuan, sempre più eccitata.
“Adesso mi chiedi veramente troppo…” si scusò Leane. Ma l’eccitazione si spense presto sul volto della domanese: “Il bambino lasciò il Malkier insieme alla madre quando lei fuggì, e di certo ne ha condiviso la sorte… E’ morto anche lui Siuan, quasi cinquant’anni fa…”.
Siuan si lasciò sprofondare nel letto, stendendosi sbuffando sconsolata: era certa di aver imboccato la strada giusta, eppure la risposta esatta ancora le sfuggiva.
Leane le restituì gentilmente il cuscino: “Rimettiti a dormire Siuan: domani faremo un ultimo tentativo con Morvrin, anche se a questo punto non credo che servirà a molto, dopodichè metteremo una pietra sopra a questa storia: è indiscutibilmente affascinante, ma abbiamo altre priorità…”.
Già… come passare un altro pomeriggio a cucire un nuovo abito ad esempio… pensò acidamente Siuan che riuscì tuttavia a trattenersi dal pronunciare ad alta voce quel pensiero.
“… e se quella sciocca di Nynaeve la smetterà di andarsene a zonzo per tel’aran’rhiod, questo assassino non dovrebbe nemmeno rappresentare una minaccia troppo importante”.
Una sciocca che ci ha guarito… pensò di nuovo Siuan, ma anche questa volta tacque.
Questa volta fu Leane a spegnere le candele, e dopo qualche minuto di silenzio assoluto, durante il quale Siuan credeva che Leane si fosse riaddormentata, la domanese disse: “Comunque ho un nome che mi frulla in testa: non sono sicura che si tratti di quello del figlio di Lain Mandragoran, ma potrebbe anche essere…”.
“Quale?” chiese Siuan alzando la testa dal cuscino.
“Isam” rispose Leane, quindi si voltò dalla parte opposta e pochi minuti dopo si addormentò.
Isam… continuò a ripetersi invece Siuan.
Ho già sentito anche io questo nome, ma non ricordo dove, anche se sono certa che non si trattasse di una delle lezioni di storia di Merean Sedai… Devo cercare di ricordare…Isam… Isam Mandragoran… Dove ho già sentito il tuo nome? Dove?!?
Alla fine anche Siuan scivolò nel sonno, continuando a ripetersi invano nella mente quel nome sconosciuto, ma non ignoto.
continua...
Qui la versione PDF del testo[Modificato da pizia78 07/01/2006 23.01]