Continuo con la lettura del primo volume, sono circa a 3/4 ma ormai arranco sempre di più, non riesco a leggere più di una decina di pagine a botta... devo dire che con tutto il "clamore" che circonda questa saga mi aspettavo qualcosa di meglio. Ormai lo finisco, ma a meno di sorprese straordinarie nell'ultimo quarto temo che gli altri due volumi (ne parlavano tutti così bene che ho acquistato i primi tre volumi in blocco... damn) resteranno a prender polvere sullo scaffale.
Un racconto senza fondamenta che si regge in piedi come un trampolista zoppo... leggendolo l'immagine che mi viene in mente è quella di un estraneo che assiste ad una conversazione tra un gruppo di amici di vecchia data che parlano dei tempi passati: certo dai dialoghi inferisce i rudimenti del discorso, ma non avendo le conoscenze pregresse necessarie non coglie che frammenti tenuti insieme a fatica dall'intuizione e da quel poco che capisce ascoltando le vicende raccontate.
Allo stesso modo, Erikson racconta uno spaccato nelle vicende di un gruppo di personaggi a noi completamente sconosciuti di cui non ce ne potrebbe fregare di meno. Sono solo "comparse" di cui non conosciamo origini, ambizioni e pensieri, e per questo non si riesce ad empatizzare con loro. La stessa identica magagna affligge l'ambientazione, che racconta di popolazioni di cui non conosciamo usi e storia, di un passato di cui non abbiamo che barlumi e di una serie di divinità, sottodivinità e leccapiedi di divinità le cui caratteristiche non sono ovviamente spiegate per nulla.
L'aspetto che soffre di più da questo stile del "non spiego nulla, caro lettore tira a indovinare" è il sistema magico, che non è spiegato per NIENTE pur avendo una posizione di rilievo nella trama. Le possibilità e i limiti della magia non sono mai stabiliti, al contrario l'autore continua ad introdurre sfumature, possibilità ed elementi in questo sistema senza dare coesione, creando una magia dal sapore mitologico/religioso, dove le "cose magiche" vengono introdotte alla bisogna per far progredire la trama come i più clichè dei deus-ex machina.
Più irritanti di tutto ciò sono i dialoghi: sono scritti bene, meglio che in molte altre saghe che ho letto, ma soffrono dello stesso problema di tutto il resto: una riga di dialogo si e una no Erikson ci lancia riferimenti ad eventi passati, personaggi e situazioni che non conosciamo. Questa è una tecnica comune molto utilizzata anche da RJ per evitare i cosiddetti "infodump": invece che descrivere il passato o l'abientazione, fai in modo che i personaggi ne discutano in modo che il lettore invece che essere passivo recettore di informazioni integri queste "tessere" costruendosi pian piano il mosaico completo del background della storia, senza essere annoiato da lunghe spiegazioni enciclopediche.
Questa è un'ottima tecnica ma anche pericolosa: bisogna che i pezzi che l'autore dissemina come briciole sul sentiero siano della misura e frequenza giusta per permettere agli Hansel e Gretel di turno (i lettori) di trovare la via di casa. Erikson invece pare avere un intero panificio da spargere, e lo fa in modo ossessivo compilsivo, tirando micro-indizi a destra e a manca che raramente si ricollegano l'uno all'altro e non sono mai più di qualche parola detta di sfuggita. Dopo un po' questa pratica invece che incuriosire il lettore a mettere insieme i pezzi non fa che irritarlo, quando si accorge di ricevere soltanto pezzi sconnessi e in quantità tali da renderne impossibile la catalogazione. Mi sono accorto con rammarico che da metà libro in poi ho cominciato a smettere di chiedermi a cosa si riferisse un certo riferimento di un personaggio, sapendo che l'accenno sarebbe stato, come gli altri, isolato e non sarebbero state date altre informazioni al riguardo, ne sarebbe stato cruciale per la trama.
E' come tentare di ricostruire un mosaico a partire da tessere ridotte in polvere proveniente da 10 mosaici diversi.
Si salvano la lingua e alcuni personaggi (Toc the Younger is COOL... anche se non fa niente
) ma insufficienti,alemno per ora, a salvare questo insipido minestrone.