Come diceva arioch più su, c’è un sacco di carne al fuoco. Per quel che mi riguarda, il sesto volume della ruota del tempo pur presentando alcuni limiti, è il picco della saga.

Aspetti negativi.
- Alcune descrizioni sono effettivamente un po’ invadenti.
- La gestualità dei personaggi, sempre simile a sé stessa, contribuisce a rendere più concreti i personaggi nei primi libri, ma alla lunga può diventare un po’ ripetitiva.
- Il maggior difetto che cmq credo sarà citato è la mancanza di un sostanziale avanzamento della vicenda, inteso come marcia di avvicinamento alla battaglia finale tramite nuove conquiste del Drago ed eliminazione dei reietti. In questo libro il respiro dell’azione si fa meno ampio. C’è una tregua (+o-), tra Luce ed Ombra, motivata dalle parole dell’Oscuro nel prologo, in cui viene ordinato a demandred, ultimo reietto introdotto, ma già ammantato di pericolosità e forza, di lasciare che “il signore del caos regni”. Quindi il quadro che si viene a configurare è caratterizzato dalla descrizione della attività dei vari schieramenti e gruppi di personaggi che sono impegnati a risolvere i loro problemi più immediati. Es: le aes sedai di salidar che cercano stabilità al loro interno e legittimazione tramite l’appoggio del Drago; i manti bianchi che vivono un periodo di instabilità e complotti ai livelli più alti della loro leadership; le aes sedai di tar valon che architettano piani per sottomettere rand; rand che cerca di tenere pacificato l’andor ed il cahirien, e potrei continuare a lungo.
- La sostanziale mancanza dall’azione di perrin, presente fondamentalmente negli ultimi capitoli, e quella più marcata ma ad un livello inferiore rispetto agli volumi di mat, potrebbe essere un limite per chi questi personaggi li ama. La cosa vale soprattutto per perrin, già assente di lusso dal quinto volume.

Veniamo ora agli aspetti positivi, che per farmi giudicare lord of chaos quanto di meglio Jordan abbia scritto, sono decisamente preponderanti.
- Jordan ha cambiato lo schema narrativo. Non abbiamo un volume che inizia lento, prosegue in crescendo e termina con un finale stupendo come nei volumi precedenti. Abbiamo invece un inizio veramente folgorante, con eventi di peso quali la fondazione della Torre Nera, una parte centrale lenta all’interno della quale ci sono improvvise impennate (vedasi gli eventi relativi a nynaeve, leane, siuan e logain) ed un finale che sta nell’olimpo del genere, con circa 400 pagine che vi terranno incollati indistricabilmente al libro ed un ultimo capitolo che definire epico è decisamente limitante.
- La caratterizzazione dei reietti migliora ancora, perché è vero che non devono infastidire il drago, ma è anche vero che complottano tra loro all’inverosimile. Sammael esce rinforzato; demandred viene introdotto e si capisce subito che è un osso duro; Halima/aran’gar/Balthamel è un ottimo personaggio. Moghedien vive un periodaccio ed è veramente divertente vederla affaccendata come una serva.
- Le vicende relative alle ragazze sono forse le migliori. Nynaeve pare uscita dalla sindrome premestruale di cui molti l’hanno accusata di soffrire nei fuochi del cielo; la parte relativa ad egwene è spettacolare. I cambiamenti caratteriali che si osservano dopo l’addestramento con gli aiel sono forieri di grande soddisfazione. Forse Elayne è quella che gode di minori attenzione, non evolvendosi molto.
- Grandi gli intrighi. Niente di complicatissimo e bizantino come martin, ma l’organizzazione del rapimento di rand, le manovre di egwene per non essere un amyrlin fantoccio, il mai esplicitamente spiegato piano per distruggere sammael e conquistare illian sono decisamente ben fatti.
- Miglioramento delle ambientazioni. La descrizione iniziale di shayol ghul è da 10. Il fatto che rand viaggi continuamente tra caemlyn e cahirien, mette in continuo confronto le diverse culture, evidenziando quanto jordan sia un maestro in questo tipo di cose. Ulteriori aspetti della cultura aiel vengono esposti.
- Umanizzazione delle aes sedai. Qualunque donna che si fregi di tale titolo può uscire con i nervi, e non solo, a pezzi per aver deciso di confrontarsi direttamente con il Drago…
- Gli Asha’man, i miei preferiti. Mamma mia. Non dico altro.
- Presa di coscienza da parte di vari personaggi delle loro vere potenzialità. Qualcuno mi chiedeva, leggendo il secondo volume, se rand avrebbe mai cominciato a comportarsi in maniera adeguata al suo ruolo. La risposta è in lord of chaos, ed è sì. Lo stesso dicasi di mat. Le sue azioni sono meno dettate dal caso essendo frutto del ragionamento e dalle sue “nuove” memorie.
- Ottimi gli aspetti più direttamente connessi ai rapporti interpersonali. Rand con Min, perrin con la moglie ed i suoceri (memorabile l’incontro con bashere), le stesse paure di loyal di doversi sposare. Cito questo elemento perché vedere come Rand mandi a morte un amico senza battere ciglio e come possa poi avere problemi a gestire certi atteggiamenti di min è davvero piacevole.
- Epicità oltre ogni dire. Non solo quando gli scontri sono epici di loro, ma anche nelle piccole cose. Logain che preme contro lo scudo che Nynaeve gli ha gettato addosso, ma con delicatezza, come per testare un muscolo che non si usa da un po’…
- Attesa per il settimo. Moltissimi eventi restano in sospeso, altri sono solo accennati. Morirete dalla voglia di leggere “la corona di spade”

Questi ed un migliaio di altri piccoli aspetti che non elenco (ma che son convinto farete voi) concorrono a rendere lord of chaos il capolavoro che è.

Ps: certo che se invece di notare e di soffermarvi su quanto di eccezionale jordan ha prodotto in questo romanzo, e se non vi fissate bene in testa che siamo solo a metà, il non avanzare (in termini classici) della trama sarà causa di frustrazione estrema